Taverniti: "La vera velocità sulle strade e autostrade? Solo quella della corsa in rialzo dei prezzi dei carburanti"

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images Taverniti: "La vera velocità sulle strade e autostrade? Solo quella della corsa in rialzo dei prezzi dei carburanti"

  06 marzo 2022 13:32

di GIANPIERO TAVERNITI

La vera velocità sulle strade e autostrade, è solo quella della corsa in rialzo dei prezzi dei carburanti, che stanno raggiungendo picchi massimi del tutto vergognosi, prezzi che stanno caratterizzando una fase inflazionistica italiana, non solo dalle campagne di guerra che ci tuonano alle porte europee, ma anche dalla crescita corrispondente dei prezzi al consumo. Prezzi che risalgono ormai linearmente da più di un mese, stiamo assistendo a incrementi, considerando che i ricavi non sono introitati dagli operatori della distribuzione, bensì sono solo la sommatoria di accise statali e del macigno dell’IVA al 22% su un bene primario. Una considerazione porta verso la carenza di collegamenti e all’insicurezza delle strade calabresi che induce ad essere non solo vessati dai prezzi, ma pressati dai rischi che alcune strade regalano agli automobilisti. Una domanda sorge spontanea, i pendolari sono obbligati a collegarsi alla loro sede di lavoro con la propria auto, spedendo spese ingenti di carburante?

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Scusate la pillola di libertà di scelta in questi periodi di dittatura economica, non dovrebbero essere garantiti da servizi di trasporto pubblico ai cittadini che pagano le tasse? Di fatto siamo scoperti di trasporti, ad esempio frequenti treni, maggiori collegamenti di bus che possano incentivare il cittadino al non uso dell’auto, riducendo inquinamento, traffico sulle arterie, risparmiando sul proprio portfolio ed aumentando la sicurezza su strade statali denominate della Morte, solo per citarne una la famigerata, SS106 Jonica. Tutto questo è ridotto, ci sono garanzie di qualche azienda di autolinee, che riceve pesanti finanziamenti pubblici per garantire corse e collegamenti, aumentando insicurezza e inquinamento ambientale, visto che utilizza mezzi anche datati e provvisti di dispositivi anti inquinamento di seconda “repubblica veicolare”, ci domandiamo ma le ferrovie dove siano? Un tempo questa linea, riferita alla Jonica era provvista di frequenti collegamenti con i capoluoghi di regione e con regioni d’Italia, verso metropoli italiane che venivano popolate da nostri corregionali che ci lavoravano e si collegavano con la loro terra di origine, oggi cosa è successo, se non esistono treni, non ci sono più i nostri corregionali o la ferrovia non vuole più investire in questi vettori di collegamento? Perdurando cosi la situazione, non solo rimarremo scollegati dal resto d’Italia, per essere precisi, rimarremo ISOLATI, ma se ciò non bastasse, saremo anche azzoppati nel collegamento interno, calcolando i risicati treni regionali esistenti.

Sembrerebbe un treno che si morde la coda, ultima rappresentata dai disagi e dai costi che stanno subendo i calabresi , che già azzoppati da un’economia deficitaria, devono subire l’impossibilità di spostarsi e qualora riescano privatamente con il loro mezzo, hanno l’onere di caricarsi nel bagagliaio la mazzera dei prezzi dei carburanti che in questa regione, hanno raggiunto prezzi veramente vergognosi, prezzi che dovranno essere messi nell’agenda sia del governo che della nostra regione, perché cosi facendo, se non sovviene celermente un intervento tampone, ci potrebbero essere problematiche serie e preoccupanti che toccheranno l’ex ceto medio, oggi ceto minimo che velocemente ha tendenza al rallentarsi nei consumi e che sta percorrendo una direzione di fermarsi nel proprio box della povertà e dell’indigenza procurata , non solo dalla guerra, ma anche dalle pretese di ricavi governativi esagerati nel paniere dei carburanti per autotrazione che conseguentemente portano, al rincaro di quei beni al consumo, sempre più alti e meno acquistati, che contribuiscono al calo netto del PIL e al mordersi di quella coda che ormai è azzannata dalle pretese ingiuste e immorali di un governo dell’emergenza che continua a procurarne altre che non hanno nessun vaccino per poterle combattere, quella triste emergenza chiamata Poverta20 che ancora nessun laboratorio politico del buon senso, è riuscito a isolare per poter creare un vaccino efficace di principio attivo di politica vicino alla gente.

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Riempite il serbatoio, di risolvere qualche problema quotidiano della gente comune, quella gente che con la sua quotidianità contribuisce allo spostamento civile di quel treno Italia che oggi più che mai ha bisogno di distributori di energie politiche pulite e forti, per muovere il motore della ripresa, in questo periodo di forzato stop dovuto a virus e guerre ”procurate” dall’inciviltà dell’uomo, l’animale più nocivo presente nel globo.

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