di GIANPIERO TAVERNITI
Un ‘altra città della Calabria che detiene un patrimonio storico, artistico e culturale invidiabile, anche se da calabrese appassionato di storia e arte, onestamente devo dire che la loro condizione, il mantenimento e la loro valorizzazione non hanno i livelli dignitosi che gli stessi beni meriterebbero GUARDA IL VIDEO
In una giornata, si passa tra il castello normanno a Nicastro nel borgo di S.Teodoro che dall’alto spadroneggia nella sua non fruibilità, dovuta probabilmente a problemi di sicurezza, ci colpisce anche il bastione di Malta, sul confine con Gizzeria Marina che momentaneamente non è fruibile ma che spesso viene ripulito dalle erbacce e dai rovi che lo “abbracciano” sicuramente non in segno di affetto. Ci colpisce anche l'area archeologica Terina che ben recintata, rimane fruibile a fasi alterne e l’erba che la invade non ne dona della visibilità completa, ma in questo pomeriggio autunnale, ci regala un cancello chiuso e ben “lucchettato” che custodisce uno storico tesoro.
Risulta in risalita di valorizzazione il museo archeologico in centro di Lamezia, che anno dopo anno conquista dignità e visibilità. Ci sarebbe piaciuto un "dulcis" in fundo, ma non siamo stati accontentati dalla dolcezza della storia dell’abbazia di S.Maria a S.Eufemia. L'Abbazia Benedettina di Santa Maria, risulterebbe come una delle più grandi d’Europa, fu fatta costruire dal condottiero Roberto il Guiscardo, per mano dell’abate Roberto di Grandmesnil nel 1062, sopra i resti di un preesistente monastero bizantino.
E’ stata amministrata dai benedettini sotto il dominio Normanno-Svevo per passare poi, durante il dominio Angioino, ai Cavalieri di Malta, che resistettero e la resero viva, fiorente fino al 1638, quando un fortissimo terremoto colpì la piana lametina e comporto’ danni importanti alla stessa. Ebbe periodi di lucentezza, rimanendo un punto di riferimento al pari di altre abbazie di Calabria, tipo quella di Bagnara, Mileto, Corazzo e della Sambucina, con le stesse non ebbe mai grandi rapporti, anzi tutt'altro, ma Roberto il Guiscardo, ebbe sempre un occhio di preferenza per la stessa, infatti risulta abbia fatto seppellire la madre Fredesenta e spessissimo trascorreva periodi lunghi di dimora a S.Eufemia.
Dopo il violento terremoto del 1638, rimangono visibili dei ruderi che ci esplicitano lo schema architettonico normanno che nel periodo era diffusissimo, purtroppo in questa giornata non abbiamo potuto visionare nulla, considerato che abbiamo trovato anche qui un bel lucchetto nuovo che chiudeva il cancello principale . Sicuramente nel recente passato (2016) vi è stata un ‘opera di rivalutazione e di recupero, ma in questo pomeriggio vedere l’erba dominare e non avere accesso, consultando il luogo su google maps, ci rendiamo conto che la scritta chiuso, di certo non porterà interesse verso i nostri beni archeologici e storici .
Esternare, questo libero pensiero da appassionato di storia e archeologia della mia terra, non vuole essere un ammonimento verso nessuno, ma bensì un suggerimento e un monito agli organi competenti e ai politici lametini e regionali, al solo fine di poter aprire una discussione e una dignitosa programmazione sulla stessa per il suo futuro, considerando che si tratta di un bene con più di mille anni di storia che vedendo le pareti e il taglio delle finestre , parla ancora normanno. Il migliore auspicio di tutti i calabresi e di tutti i lametini, dovrà essere di avere sempre più luoghi visitabili e maggiori attrattività ricche di storia e arte e in questa missione di raccontare la Calabria, spesso capita di doverne proporre un racconto non solo piacevole, ma per responsabilità e attaccamento doveroso compiere. Ad Majora Semper Abbazia Benedettina di S.Maria.
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