In manette i fratelli Giuseppe Larosa, 42 anni e Rocco 43 anni, e il cugino 29enne Mario Maduli. L’aggressione riconducibile ad un contesto di atti sessuali compiuti dalla vittima con ragazzi di giovanissima età, anche della Piana di Gioia Tauro, e i tre malviventi avevano l’obiettivo di ottenere una privata e medievale “giustizia”
14 giugno 2020 08:20Una scena che ricorda tempi lontani e superati, una violenta, premeditata e organizzata aggressione in mezzo alla piazza di Taurianova, armi in pugno, che ha messo in pericolo la vita di un 30enne della locride, ricostruita grazie alla minuziosa indagine condotta dai Carabinieri della Compagnia di Taurianova.
Ieri mattina, i militari della Compagnia di Taurianova hanno dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Palmi su richiesta della locale Procura della Repubblica, diretta dal Procuratore Capo Ottavio Sferlazza, a carico dei fratelli Giuseppe Larosa, 42 anni e Rocco Larosa 43 anni, pluripregiudicati, e del cugino 29enne Mario Maduli , tutti di Taurianova, poiché ritenuti responsabili del reato di tentato omicidio in concorso.
I fatti risalgono al periodo pasquale di tre anni fa, quando un 30enne di Locri, giunto nel tardo pomeriggio a Taurianova a bordo della sua auto, dopo aver parcheggiato in Piazza Italia, è stato raggiunto da tre individui, obbligato a scendere dal mezzo, circondato e colpito ripetutamente con un coltello, rimanendo ferito al torace, alla spalla, al dorso e alle mani. Il ragazzo non ha perso la vita solo perché, fortunatamente, è riuscito a parare alcuni fendenti e attirare l’attenzione di altre cittadini con le sue urla, mettendo in fuga gli aggressori, prima che potessero ferirlo mortalmente. Gli stessi, nel corso della colluttazione, come successivamente ricostruito dai Carabinieri intervenuti, per evitare che la vittima riuscisse a scappare, staccavano anche le chiavi dal quadro dell’auto, lanciandole lontano sul manto stradale.
Un vero e proprio agguato, nella centralissima piazza di Taurianova, studiato nei minimi dettagli e preceduto da una attenta osservazione dei movimenti della vittima. Una dinamica che ha fatto subito intuire ai carabinieri di Taurianova come l’aggressione non fosse né casuale né estemporanea. Purtroppo, come troppo frequentemente accade, il ragazzo fin da subito si è mostrato particolarmente reticente, non collaborando con gli investigatori e celando parte della verità, venuta poi alla luce solo attraverso complesse e successive indagini, coordinate dalla Procura di Palmi.
L’attenta analisi delle videocamere, dei cellulari sequestrati, delle testimonianze, integrate da altre attività tecniche, ha consentito ai Carabinieri reggini di identificare compiutamente i 3 aggressori, parenti tra di loro, due dei quali pluripregiudicati per vari reati, ed ha permesso anche di acclarare il movente del grave gesto delittuoso. L’aggressione era infatti riconducibile ad un contesto di atti sessuali compiuti dalla vittima con ragazzi di giovanissima età, anche della Piana di Gioia Tauro, e i tre malviventi avevano l’obiettivo di ottenere una privata e medievale “giustizia”. In realtà, proprio per tali condotte a danno di minori, la stessa vittima, nell’aprile dello scorso anno, è stato a sua volta attinta da ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita all’esito delle specifiche indagini svolte dagli stessi Carabinieri di Taurianova.
I tre arresti odierni, tutti ristretti in carcere, chiudono il cerchio su una complessa vicenda, su cui è stata fatta piena chiarezza dai Carabinieri e dalla Autorità Giudiziaria di Palmi, colpendo anche coloro che con brutale violenza volevano ottenere una vendetta sommaria e ingiustificabile.
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