Teresa Sinopoli: "Nameless molto più che un romanzo"

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images Teresa Sinopoli: "Nameless molto più che un romanzo"

  01 agosto 2024 15:11

di TERESA SINOPOLI

Figlio di questo nostro nuovo millennio, "Nameless", il romanzo di Massimo Felice Nisticò, è un'esplosione di sentimenti e problematiche che partono da un determinato momento storico: il triste e doloroso attentato dell'11 settembre che, negli anni successivi, aprirà ulteriori scenari di morte e distruzione, mettendo a rischio la sopravvivenza stessa della specie umana.

Ed è, appunto, partendo da questa instabilità e precarietà che l'autore, con uno scrivere elegante, innesta la storia di una famiglia benestante, la famiglia Ternani, a capo di un'azienda leader, secondo i mercati, nel settore delle acque minerali.

Al momento del racconto l’azienda è nelle mani della moglie del titolare scomparso, sembra nel nulla, ormai da molti anni. Lei, Rachele Berni Ternani, si ritrova in affare con un mondo che gira velocemente ed è ormai consapevole che spetta alle nuove generazioni affrontarne i cambiamenti dei tempi.

I fatti, piuttosto intricati, sono dipanati e arricchiti da problematiche odierne, generate dalla complessa nostra modernità che vende a caro prezzo un benessere, intermittente, pagato con ferite così profonde tali da colpire, attraversando la carne, l'anima, lasciandola solo dopo averla dilaniata.

Lo scenario entro il quale muove la vicenda è fatto di una realtà davvero triste: dall'uso degli OGM e delle loro impensabili conseguenze su scala planetaria alla politica dei Capi di governo diretta, ormai, solo a soddisfare gli interessi delle multinazionali; e poi, ancora, gli effetti devastanti della guerra, effetti causati soprattutto dall'uso improprio di armi e da manipolazioni genetiche provocate da queste sulle generazioni future; fino ancora al terrorismo internazionale diretto a destabilizzare forme di governo precarie.

In questo contesto scorre la vita dei membri della famiglia Ternani, nel dinamismo di un'esistenza moderna all'interno della quale ciascuno si ritrova da solo difronte a sé stesso, e come dopo un'esplosione, a raccoglierne i pezzi andati in mille frantumi.

Alla storia familiare si intrecciano due temi importanti: la sterilità e la paternità, ciascuno dei quali si manifesta, in più aspetti, conseguenze di una modernità che non manca di destare, nel lettore, quesiti di ordine etico morale.

Nameless è romanzo straordinario. Una traversata sul mare di questo mondo che sembra ingannarci sino a quando poi, a riva, non si assapora la "Bellezza dell'Imperfezione", come un'antica arte giapponese che raccoglie i cocci di vasi frantumati e li unisce con una pasta di oro: le fratture quando ci sono, come quelle dell'anima, devono essere riparate in modo da conferire quella bellezza che non è data dalla "perfezione" ma dalla sintesi di fragilità e forza, insieme, come incarnate da Giorgia, una delle protagoniste della storia.

È questo, a mio avviso, il messaggio più bello di questo romanzo. Un atto d'amore dell'autore per chiunque è alla ricerca di speranze.

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