Nella puntata troverete la storia di una famiglia di Kiev scappata il 24 febbraio e arrivata e accolta a Borgia, l'arrivo di 20 ucraini a Catanzaro, la partenza di un tir pieno di generi di prima necessità e diretto in Ucraina.
Sono stati due giorni intensissimi: corse, rincorse, ritardi, chiamate su chiamate, Arriviamo alle 18, no alle 20.30, no alle 22, manda la localizzazione, ci vediamo lì, il confronto con i colleghi, l'instancabilità dell'operatore Franco: la guerra ha mille volti, uno di questi è la sofferenza che migra, si sposta, si nasconde in altri luoghi. Non sparisce, va solo da un'altra parte. Per chi fa questo lavoro c'è un dovere di raccontarla, anche se la paura di essere fuori posto è una condizione che la indossi silenziosamente. Come ha detto Domenico Vitale, un uomo di buon cuore che si è fatto 4mila chilometri per andare a prendere una cinquantina di persone (20 arrivano a Catanzaro, altri si sono fermati prima), loro hanno una dignità che vogliono conservare. Adesso spetta a noi umanizzare questa sofferenza e non infantilizzarla, condividerla e non biasimarla, guardarla in faccia e non strumentalizzarla.
Questa è Terra Promessa: nella puntata troverete la storia di una famiglia di Kiev scappata il 24 febbraio e arrivata e accolta a Borgia, l'arrivo di 20 ucraini a Catanzaro, la partenza di un tir pieno di generi di prima necessità e diretto in Ucraina.