Annodato, sciancrato sui fianchi. E ancora legato al collo. Le mille potenzialità del pareo che diventa abito anche per un cocktail sulla spiaggia al calar del sole o semplicemente "fazzoletto" per pranzare o bere qualcosa sul lido salendo dal mare.
Al lido Far blu, a Sellia Marina, oggi pomeriggio, alle 17, la dottoressa Chiara Mignogna insegnerò ad indossarlo secondo le tecniche imparate durante un viaggio alle Maldive.
Tutti in spiaggia, dunque, a indossare il pareo, che è un indumento tipico polinesiano utilizzato sia dagli uomini sia dalle donne. 
Il termine deriva probabilmente da una erronea interpretazione della parola pareu che nella lingua locale significa “gonna”. 
Il mondo Occidentale conobbe il pareo grazie al cinema, nel 1937 con il film “Uragano ” nel quale Dorothy Lamour Interpretava un indigeno, Ma dovette aspettare gli anni 50 per vederne la diffusione di massa grazie a vari film di Elvis Presley ed Esther Williams ambientati in paradisi esotici. 
Oggi il pareo è utilizzato soprattutto come copricostume, è sinonimo di estate, di vacanza, e di feste sulla spiaggia. Anche se sembra un semplice rettangolo di tessuto, con un po’ di fantasia ed abilità si possono ricavare top, pantaloncini o veri e propri abiti. Come? La dottoressa Mignogna è pronta a spiegarlo!
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