"Ti voglio distruggere", marito violento condannato a 1 anno e 4 mesi

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Una donna vittima di maltrattamenti
  12 luglio 2019 18:13

di EDOARDO CORASANITI

La voleva distruggere. Rovinare la vita. Ed inveire e spaventare erano le armi utilizzate costantemente. Ci sono una serie finita di insulti che la dipingono in ogni modo: da prostituta a cattiva moglie, da traditrice a scema, stupida, con l’invito a vergognarsi.
E poi ci sono le improvvisate a casa, che vengono arricchite dalla costante distruzione di oggetti presenti nell’abitazione. Ed è la paura che le liti possano finire in tragedia a muovere le emozioni di una donna di Catanzaro, costretta a rivolgersi agli avvocati Francesco Iacopino e Valerio Murgano per far finire questo assedio. Ed è anche grazie alla loro ricostruzione che oggi il marito (difeso dall’avvocato Piero Chiodo) della donna è stato condannato (con il rito abbreviato) ad 1 anno e 4 mesi dal giudice Carmela Tedesco.
I legali aiutano la donna ad uscire dal tunnel e scrivere una corposa querela, in cui denunciano come i comportamenti dell’uomo “pongono me e i miei figli in uno stato di profonda preoccupazione e paura per la nostra incolumità, avendo dimostrato in tantissime occasioni la sua attitudine alla violenza”.
La situazione degenera il 12 marzo 2019, quando sin dalle ore 6.20, il marito inizia ad urlare e a vessarla accusandola di non essere una brava moglie, additando sua figlia di essere la causa dei dissidi familiari.
La scena diventa sempre più insostenibile e preoccupante, così suo figlio, temendo per la sua incolumità, decide di chiedere l’intervento dei carabinieri i quali giungono presso l’abitazione poco dopo.
Neanche l’intervento dei militari riesce a porre un freno alla condotta aggressiva del marito che si avventa contro di lei, rendendo necessario la tempestiva azione di blocco da parte dei carabinieri, i quali procedono arrestano l’uomo.
Il Gip Francesca Pizii convalida l’arresto del marito applica nei sui confronti la misura cautelare degli arresti domiciliari presso l’abitazione dei genitori.
Il Gip, nella stessa ordinanza, prescrive allo stesso di non allontanarsi dal luogo di esecuzione della misura né di comunicare con persone diverse da coloro che con lui coabitano o lo assistono”.
Successivamente, nonostante l’espresso divieto imposti dal Gip lui avrebbe violato la stessa prescrizione molestando non solo lei ed i figli, ma anche parenti e gli amici, con chiamate e messaggi.
Oggi però si chiude un capitolo della vicenda che sta cambiando la vita di una intera famiglia.

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