Il Codacons ha inviato oggi una durissima diffida al Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, all'Azienda Ospedaliero-Universitaria "Renato Dulbecco" di Catanzaro, all'Agenzia delle Entrate-Riscossione e ai Ministri della Salute e dell'Economia, per denunciare quello che definisce "uno scandalo intollerabile che sta colpendo i cittadini più vulnerabili della Calabria".
UN SISTEMA CHE LUCRA SULLA SALUTE DEI PIÙ DEBOLI
"La Calabria non può tollerare un sistema sanitario che lucra sulla salute dei più deboli, umiliando chi si trova già in condizioni di difficoltà", dichiara con fermezza l'avvocato Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons. "Quello che sta accadendo è un attacco intollerabile alle fasce più vulnerabili della popolazione, costrette a subire richieste di pagamento per ticket sanitari non dovuti in palese violazione della normativa vigente". La denuncia del Codacons si basa su una documentazione incontrovertibile che evidenzia come l'Azienda “Dulbecco" abbia sistematicamente violato i principi di legalità, trasparenza e buona amministrazione, procedendo alla riscossione coattiva di crediti sanitari senza aver verificato la sussistenza delle condizioni di esenzione previste dalla legge.
NESSUNA INFORMAZIONE, DIECI ANNI DI SILENZIO, POI LA MAZZATA
Il caso è di una gravità eccezionale: i ticket sanitari oggetto di riscossione coattiva si riferiscono a prestazioni di pronto soccorso erogate nel 2015, per le quali le comunicazioni di pagamento sono pervenute ai cittadini solo nel 2025, dopo un lasso di tempo di oltre dieci anni. "È inaccettabile che dopo la grande abbuffata si provi a far cassa sui cittadini esenti", scrive Di Lieto. "È scandaloso che la sanità pubblica, un diritto fondamentale di ogni cittadino, venga svenduta ai privati, trasformando il bisogno di cure in un affare per pochi".
VIOLAZIONI SISTEMATICHE DEI DIRITTI COSTITUZIONALI
La condotta denunciata configura una gravissima violazione dell'articolo 32 della Costituzione, che sancisce il diritto alla salute come diritto fondamentale della persona umana. Molte delle richieste di pagamento sono state inviate a soggetti che, per legge, sono esenti dal pagamento del ticket sanitario: soggetti che hanno acceduto al pronto soccorso con successivo ricovero, minori di quattordici anni, donne in gravidanza, persone con diritto all'esenzione per reddito, invalidità o patologie specifiche.
"L'Azienda sanitaria ha completamente disatteso l'obbligo di verificare d'ufficio la sussistenza di tali condizioni di esenzione", spiega Di Lieto. "Ha trasferito illegittimamente sui cittadini un onere che non compete loro, violando così i principi fondamentali che dovrebbero caratterizzare l'azione delle pubbliche amministrazioni".
LE RICHIESTE DEL CODACONS
Nella diffida, il CODACONS richiede con la massima urgenza e comunque non oltre dieci giorni:
Sospensione immediata di tutte le procedure di riscossione coattiva relative a ticket sanitari emessi dall'A.O.U.R. Dulbecco; Verifica sistematica delle condizioni di esenzione per tutti i casi; Annullamento d'ufficio delle richieste di pagamento risultate illegittime; Revisione organica delle procedure amministrative;
Relazione dettagliata sulle verifiche effettuate prima dell'invio dei nominativi all'Agenzia delle Entrate-Riscossione.
"NON DEVONO PAGARE COLORO CHE SONO ESENTI"
Il CODACONS ricorda che non devono pagare il ticket: Coloro che accedono al pronto soccorso con un codice di priorità elevato (rosso o giallo);Coloro che subiscono un infortunio sul lavoro;I minori di 14 anni e le donne in gravidanza; Chi ha diritto all'esenzione per reddito, invalidità o patologie; Soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni o emoderivati Chi accede al pronto soccorso per trauma nelle 24 ore precedenti o con successivo ricovero. Nella diffida si legge: "Si avverte fin d'ora che, in caso di mancato accoglimento della presente diffida, il Codacons si riserva di adire l'Autorità Giudiziaria competente, presentare esposto alla Procura della Repubblica per i profili di rilevanza penale, segnalare la vicenda alla Corte dei Conti e interessare gli Organi di controllo europei". La normativa prevede infatti specifici strumenti per la sospensione delle procedure di riscossione coattiva quando ricorrono gravi irregolarità nell'azione amministrativa.
UN APPELLO ALLA RESPONSABILITÀ DELLE ISTITUZIONI
"La presente diffida rappresenta un ultimo appello alla responsabilità delle istituzioni coinvolte", conclude Di Lieto. "Il sistema sanitario calabrese non può permettersi di essere percepito come un meccanismo di sfruttamento dei più deboli, ma deve tornare ad essere quello che dovrebbe essere: un servizio pubblico al servizio dei cittadini, rispettoso dei loro diritti e della loro dignità". "La salute non è un privilegio per pochi, ma un diritto fondamentale che deve essere garantito a tutti i cittadini in condizioni di uguaglianza sostanziale. È responsabilità delle istituzioni assicurare che tale principio non rimanga una mera dichiarazione di intenti, ma si traduca in azioni concrete a tutela dei più deboli e vulnerabili della nostra società".
"È TEMPO CHE LE ISTITUZIONI DIMOSTRINO DI ESSERE ALL'ALTEZZA"
La Calabria e i suoi cittadini meritano un sistema sanitario che sia davvero al loro servizio, non un ulteriore fonte di preoccupazione e di vessazione per chi si trova già in condizioni di difficoltà. È tempo che le istituzioni dimostrino di essere all'altezza di questa responsabilità. Non permetteremo che si continui a lucrare sulla pelle di chi sta male.
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