di CLAUDIA FISCILETTI
Una Festa della Repubblica all'insegna della cultura, quella proposta dal Comitato provinciale dell'Anpi Catanzaro che, sulle orme dell'art. 9 della Costituzione ("La Repubblica promuove lo sviluppo e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione") per il suo primo evento in presenza, dopo lo stand by e gli incontri online dovuti alla pandemia, ha voluto ripartire da Tiriolo, con la presentazione del libro di Pino Ippolito Armino, “Il fantastico regno delle Due Sicilie – Breve catalogo delle imposture neoborboniche” edito da Laterza.
La Piazzetta dei Principi Cigala di Tiriolo ha ospitato l'evento organizzato dall'Anpi in collaborazione con la libreria Ubik e le associazioni Scherìa e Tiriolo Antica. "Un libro di cui i calabresi non possono fare a meno", lo afferma il presidente provinciale dell'Anpi Catanzaro, Mario Vallone: "Un libro che serve a fare un po' di chiarezza su una serie di baggianate che negli ultimi anni sono state scritte e continuano ad essere scritte riguardo la situazione del Sud durante il Risorgimento".
Inevitabile il riferimento all'importanza del fact checking, esporre fatti storici con l'ausilio di fonti scientifiche e archivistiche, soprattutto per quanto riguardo la situazione meridionale all'indomani dell'unità d'Italia, racchiudendo una denuncia neanche troppo sottile nei confronti di scrittori che, invece, espongono i fatti senza fornire dat concreti a testimonianza delle loro tesi. A questo proposito, Armino, porta l'esempio de "I terroni" di Pino Aprile: "Un libro che, nell'anno della sua pubblicazione (2010) ha venduto 250 mila copie. Ma in quel libro sono contenute una serie di stupidaggini e di notizie totalmente false ed infondate", procede Armino, esponendo altri esempi e contraddicendo alcuni dei fatti storici scritti da Aprile. "Le popolazioni meridionali sembrano passive, sembrano subire gli eventi e, forse, questo è vero oggi ma non le storia nazionale. Se c'è una popolazione che, più di altre, insorse contro i poteri reazionari (quello borbonico) è proprio quella meridionale", continua Armino.
A concludere il ciclo di interventi Nunzio Belcaro, libraio: "Dare risposte semplici a problemi complessi è sempre stato lo strumento cialtrone di propaganda su cui fa breccia il pensiero neoborbonico, perché fa breccia su due verità emotive: il presente sentimento di frustrazione meridionale e che nel Risorgimento meridionale pochi sapevano muoversi in quel mondo". Oltre le verità emotive, pero', ci sono i fatti, e Belcaro aggiunge: "La storia ha una sua scienza, un suo rigore, non bisogna fidarsi di coloro che non scrivono le fonti, che non attingono a bibiliografie chiare, che sono vanghi".
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