di CARMINE MUSTARI
Successo della personale della poliedrica artista Carmela Bueti, che a Tiriolo ha esposto una parte di una selezione di opere scelte dalla collega di avventura Erminia Fioti. La mostra per come è stata concepita risulta una ensamble di opere senza indicazioni nelle quali rintracciare visioni intime ed emozioni. Infatti, la Bueti ci viene presentata come una coltivatrice seriale di emozioni. Il solco entro il cui sparge il seme della cultura è rappresentato dai viaggi che compie in giro per il mondo.
Ciò che raccoglie lo deposita nel proprio intimo per farlo per farlo poi riemergere sotto forma di opera d’arte. Questo significa che la sua pittura è frutto di una ricerca personale e originale. Nei suoi lavori inserisce emozioni vissute durante i viaggi e li traduce in linee e forme astratte che evocano i luoghi visitati. I suoi colori sono inevitabilmente influenzati dai numerosi viaggi che compie, e riflettono le culture e i paesaggi. La sua arte può essere definita informale, in quanto non segue regole o schemi precostituiti, ma si basa sull’espressione libera e spontanea. Il suo gesto pittorico si è modificato nel tempo.
Agli esordi usava istintivamente la tecnica della sgocciolatura, per poi scoprire al Moma di New York che era la tecnica utilizzata dall’artista Jackson Pollok. L’atto creativo di Carmela Bueti esplora comunque, continue e nuove possibilità espressive della materia, per creare forme e segni che rappresentino la sua personalità. Tale libertà le consente di passare dalla sgocciolatura alla distribuzione del colore a macchie, sino a fare uso di entrambi le tecniche sia in modo separato che utilizzandole su una stessa opera. La materia diventa consistenza, ricerca di intersecazioni, contaminazioni con oggetti, come per esempio l’inserimento della rete metallica, che conferiscono alle sue opere una tridimensionalità.
Nessuna preclusione per i supporti, che si tratti di tela, di un pezzo di compensato, di una tavola rosicchiata dal tempo, di un cartone. Per Carmela gli oggetti diventano materia ove ricavare un teatro magico, un mare nel quale nuotare, una foresta dove camminare. In questi ultimi periodi fa uso del bianco come colore, che simboleggia purezza, la semplicità e la luce. Le opere sono un invito ad entrare nel suo mondo interiore, fatto di sensazioni, ricordi, sogni e visioni, un invito a perdersi nei grovigli di energia ed emotività della stessa artista.
“Non vengo dall’arte, sono stata un’insegnante, un’imprenditrice, - afferma l’artista Carmela Bueti – all’arte sono arrivata in un secondo tempo, in seguito ad una ricerca di me stessa, ma tutto è nato per gioco, facendo la nonna e giocando ho capito la mia dimensione. Ho conosciuto l’arte attraverso uno stimolo che è nato al Moma di New York dove ho conosciuto la tecnica utilizzata dall’artista Jackson Pollok. Poi ho voluto evolvere personalmente la mia espressione artistica, rendendola soprattutto libera da ogni influenza”.
Un percorso senza dubbio evolutivo, ma gli artisti sono così, riconoscibili per un loro stile, per una loro impronta, poi lentamente si cambia e cambia non solo la tecnica ma anche il linguaggio e il messaggio che vogliono dare. Senza dubbio il percorso della Bueti continuerà a diversificarsi, cambierà e ci regalerà altre emozioni, ed è questo l’obiettivo che vuole raggiungere ogni artista, ed è questo quello che chiede l’appassionato d’arte, il semplice cultore, o il semplice avventore.
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