Tony Gaudio, il primo italiano a vincere il Premio Oscar celebrato a Catanzaro

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images Tony Gaudio, il primo italiano a vincere il Premio Oscar celebrato a Catanzaro
da sinistra: Luigi Stanizzi, Domenico Levato, Eugenio Attanasio, Antonio Renda, Fabrizio Nucci
  06 dicembre 2024 17:21

di IACOPO PARISI

Tony Gaudio, primo italiano a vincere un Oscar, torna al centro della scena culturale catanzarese grazie a una mostra che ne celebra l’arte e l’eredità. Figura pionieristica del cinema internazionale, Gaudio ha rivoluzionato il linguaggio visivo del grande schermo, portando l’innovazione dalla sua Cosenza fino a Hollywood, dove ha lasciato un segno indelebile nella storia del cinema.

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A partire dal 13 dicembre, il Museo Marca di Catanzaro ospiterà la mostra "Tony Gaudio Cinematographer - Una storia ritrovata", a cura di Eugenio Attanasio, Antonio Renda e Mariarosaria Donato e promossa dalla Cineteca della Calabria di cui lo stesso Attanasio ne è presidente.

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L’iniziativa non si limita all’esposizione: il 17 dicembre, al Supercinema di Catanzaro, sarà proiettato il docufilm "The Lost Legacy of Tony Gaudio", prodotto da Open Fields e diretto da Alessandro e Fabrizio Nucci. Inoltre, il 19 dicembre, al Museo Marca, sarà presentato il libro "Tony Gaudio Cinematographer - Una storia ritrovata", completando un percorso che intreccia cinema, storia e cultura.

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Eugenio Attanasio, regista e curatore della mostra, ha sottolineato l’importanza di riportare alla luce figure come quella di Gaudio, che rappresentano un legame tra la Calabria e la grande storia del cinema. Nato a Cosenza, Tony Gaudio ha iniziato la sua carriera nello studio fotografico di famiglia per poi trasferirsi negli Stati Uniti agli albori del XX secolo, inseguendo il sogno del cinema. "Gaudio è stato un pioniere in un’epoca in cui il cinema muoveva i primi passi," ha spiegato Attanasio. "Ha saputo trasformare la sua arte in innovazione, brevettando strumenti e tecniche di ripresa che hanno rivoluzionato la fotografia cinematografica."

Tra i suoi capolavori, Attanasio cita Ombre Malesi, il film in cui maggiormente emerge la sua capacità fotografica. Gaudio lavorò con le più grandi star dell’epoca, tra cui Bette Davis, che preferiva essere fotografata da lui, e si distinse anche per il suo rifiuto di un’onorificenza conferita dal governo italiano dell’epoca, prendendo così le distanze dal regime fascista. Tuttavia, il vero punto di svolta nella carriera di Gaudio è rappresentato da "Avorio Nero", il film che gli valse l'Oscar per la fotografia cinematografica. Questo traguardo lo consacrò come una figura di riferimento a Hollywood, capace di competere con i più grandi nomi del cinema mondiale.

Il docufilm "The Lost Legacy of Tony Gaudio”, come ha spiegato Fabrizio Nucci, è il frutto di una lunga ricerca, con riprese effettuate in Italia e negli Stati Uniti. “Abbiamo girato buona parte del film negli USA, dove molte figure tecniche del settore ricordano ancora Gaudio come un membro rilevante della società americana,” ha raccontato il produttore. “Immaginate New York nei primi del Novecento: una città evoluta, ma per Gaudio non era abbastanza. Arriva a Los Angeles, un territorio fertile sotto ogni punto di vista, e riesce ad affermarsi, lasciando un’impronta indelebile nella storia del cinema.”

La pellicola, presentata in anteprima al festival Visioni dal Mondo di Milano, ha visto la partecipazione di importanti personalità del cinema internazionale, tra cui Mauro Fiore, Premio Oscar per Avatar nel 2010, e Richard Edlund, celebre per gli effetti speciali di Star Wars e Indiana Jones. Nucci ha sottolineato l’importanza del lavoro di Gaudio per le giovani generazioni: “Tony Gaudio era un artista contemporaneo nel senso più pieno. I filmmaker di oggi possono imparare molto da lui.”

Domenico Levato, presidente del Cineclub “CinemaZaro”, ha ribadito l’importanza di recuperare figure come Tony Gaudio per raccontare una Calabria diversa. “La grande forza delle immagini sta nella loro capacità di trasmettere cultura. Dalla cultura nasce il cinema,” ha spiegato. “Mi piace pensare che da un piccolo studio di un paesino calabrese possa nascere questa forza propulsiva della fotografia, un significato futuristico che non dobbiamo dimenticare. Cerchiamo di tirar fuori dalla polvere personaggi straordinari che danno un’immagine positiva della Calabria.”

Luigi Stanizzi, responsabile dell’ufficio stampa della Cineteca della Calabria, ha evidenziato il valore universale di questa figura. “Parlare di Tony Gaudio significa parlare di eccellenze internazionali. Lui è stato il primo italoamericano a vincere un Oscar, ma non è un caso isolato: De Seta, il più grande documentarista del mondo, è citato come maestro perfino da Scorsese. Le Pera è il più grande fotografo teatrale al mondo. Eugenio Attanasio, regista e curatore della mostra, è l’erede naturale di De Seta,” ha affermato Stanizzi. “Questa non è solo Calabria: questo è un angolo internazionale.”

La vita e la carriera di Gaudio dimostrano quanto il talento, unito al coraggio, possa portare al successo internazionale. La mostra e gli eventi correlati non celebrano solo un uomo, ma una visione della Calabria come terra di eccellenza culturale, un messaggio che risuona oggi con rinnovata forza.

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