
“Il diverso non è conforme, vive come in una nebulosa; le idee vengono ma non si fermano, la memoria va e viene, gli atteggiamenti sembrano strani e non logici, l’umore incostante; ha un unico punto di riferimento: i colori… i colori sono tutto; sono la luce dei ricordi; sono la saggezza. E la saggezza è sapere di non sapere”. Così ha scritto dello spettacolo Marisa Militano, sottolineando e ribadendo i temi cardine della drammaturgia che Dario Natale porta in scena. “Dario Natale, con la bravura ed il garbo che lo contraddistinguono, ci prende per mano e ci conduce all’interno di un mondo non conforme ai canoni della normalità, ma un mondo vero e saggio e rispettoso e pieno di colori. Forse la nostra normalità è un po’ da rivedere".
Se i colori possono rappresentare un codice di archiviazione della nostra memoria, allora può esistere un richiamo cromatico che serva a richiamare i ricordi quando essi iniziano a disperdersi. “Non c'è blu senza giallo senza arancione” diceva Van Gogh, e potrebbe anche significare che non c’è felicità senza tristezza. Ma in quella particolare luce cangiante che investe lo Stretto di Messina, basta osservare il colore “cielo che passa”, per riconoscere tra i due estremi che non si possono più toccare, il senso di una vita.
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