di PAOLO CRISTOFARO
Anche la “Ecomanagement s.p.a.” di Soverato, è inclusa nell'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, coordinata da Francesco Curcio, sul traffico di rifiuti tra Italia e Tunisia. Nell'inchiesta sono coinvolti intermediari, imprenditori, titolari di aziende di trattamento-recupero, società di intermediazione e funzionari pubblici. L'azienda soveratese non è sconosciuta alla cronaca. Si tratta della medesima che gestiva un capannone a Squillace, in località Fiasco Baldaia, che nell'ottobre 2020 è andato a fuoco. All'interno, erano stipate diverse centinaia di tonnellate di rifiuti. Per spegnere il rogo i vigili del fuoco avevano lottato ininterrottamente per quasi 5 giorni, con canadair e mezzi di terra e col ferimento di un operatore, il primo giorno, trasportato via in ambulanza. Quella vicenda è rimasta a lungo senza spiegazione ufficiale e con una bonifica più volte rinviata da parte della società, nonostante le intimazioni del Comune.
Ora, l'inchiesta potentina svela scenari del tutto inediti, dai contorni addirittura internazionali, che ruoterebbero intorno alla "Ecomanagement", il cui amministratore è Innocenzo Maurizio Mazzotta (indagato nell'inchiesta), già vicepresidente dell'ex società "Schillacium Spa", che pure si occupava di rifiuti nei comuni del Catanzarese. I reati ipotizzati dall'inchiesta di Potenza sono quelli di traffico illecito di rifiuti, fittizia intermediazione di beni, gestione illecita di rifiuti e realizzazione di discarica abusiva e frode nelle pubbliche forniture. Dalle indagini è emerso che il traffico di rifiuti aveva come esito finale l'incendio dei rifiuti o il loro abbandono o interramento in Africa. Tutto basato su un contratto firmato il 30 settembre 2019, a Polla (Salerno), tra un società campana e un tunisina per il trasporto in Africa di 120 mila tonnellate di rifiuti. Nel Paese nordafricano, nel 2020, sono arrivate dalla penisola 891 tonnellate di rifiuti stipati in 70 container.
Ruolo particolare sarebbe stato svolto da due società di intermediazione, una delle quali proprio la "Ecomanagement Spa" di Soverato. Nel corso indagini è stato possibile ricostruire anche che i macchinari necessari per giustificare le operazioni di recupero altro non erano che "un simulacro" composto da una vecchia pressa e un nastro di selezione, abbandonati in un capannone a pochi chilometri dalla città di Sousse in Tunisia. Sono in tutto 16 gli indagati: tra questi, ci sono anche due funzionari della Regione Campania, uno dei quali è agli arresti domiciliari. A carico del funzionario finito in manette, in un contesto di rapporti con le imprese coinvolte, sono contestate numerose omissioni nei controlli, sia con riferimento ai titoli alla spedizione transfrontaliera in possesso del produttore dei rifiuti, sia con riguardo alle Autorità tunisine investite e competenti al rilascio del nulla osta alla spedizione.
Omissioni e condotte che, nel caso di questo funzionario, sono state ritenute, a livello di gravità indiziaria, un consapevole contributo all’illecito traffico di rifiuti. Le indagini svolte proprio in Tunisia, dopo un servizio giornalistico, avevano portato al coinvolgimento di politici e alti funzionari di Stato, con il conseguente blocco di alcuni rifiuti che sarebbero dovuti arrivare sul territorio tunisino.
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