Tragedia a Vibo, la famiglia di Giuseppe Giuliano chiede giustizia e scrive anche a Occhiuto

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images Tragedia a Vibo, la famiglia di Giuseppe Giuliano chiede giustizia e scrive anche a Occhiuto

  23 settembre 2023 18:44

di TERESA ALOI

Il suo sogno era quello di festeggiare i 50 anni di attività dell’hotel di famiglia. Nell’ultima foto, prima della tragedia, Giuseppe Giuliano sorrideva. Già immaginava la festa alla Bussola a Capo Vaticano, nel Vibonese: la giusta ricompensa dopo una vita di sacrifici. Invece, l'imprenditore di 78 anni è scomparso dopo quattro ore trascorse nei locali del pronto soccorso. 

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Ora la famiglia chiede giustizia. E lo fa  "condividendo l'ennesima atroce storia di negligenza medica che il 14 settembre 2023 ha coinvolto mio padre". Affinché si metta fine. Perché nessuno ancora debba denunciare tragedie del genere. "La vita del nostro amato papà è stata tragicamente fatta cessare a causa di un terribile caso di malasanità, uno dei tanti che affliggono questa amara provincia. Molte persone soffrono ingiustamente in silenzio, rassegnati, ma ora è il momento di gridare "basta". È vitale che tutti siano a conoscenza della tragedia che si è celata dietro le porte di quest'ospedale". 

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Una tragedia che è arrivata anche sulla scrivania del presidente della Regione, Roberto Occhiuto. "La tragedia della sanità in Calabria (con Vibo Valentia a portare la bandiera) continua ad essere un'oscura e incivile pagina della storia della nostra Regione - hanno scritto i familiari -  Al pari delle altre regioni d’Italia, il diritto ad essere curati dovrebbe essere garantito, purtroppo tutto ciò a Vibo Valentia non è scontato. Ci troviamo di fronte ad una realtà in cui la vita umana sembra essere spesso ignorata. È un sistema marcio, corrotto dall'indifferenza, dall'inerzia e dal malaffare, dove il valore di una vita umana viene spesso sacrificato sull'altare della negligenza, del menefreghismo e della completa “sciatteria sanitaria”. Si, proprio così, “sciatteria sanitaria” : in Calabria, la morte sembra essere diventata una statistica, un numero tra i tanti. Le persone soffrono e muoiono senza ricevere le cure di cui hanno bisogno, mentre chi dovrebbe proteggerle e curarle sembra voltare lo sguardo altrove. Il dolore delle famiglie, costrette a vedere i propri cari andarsene prematuramente, è amplificato dall'impotenza di fronte a un sistema che non funziona, un sistema appunto marcio da dentro. È un appello alla coscienza di tutti noi, ma soprattutto alla vostra, che siete i nostri rappresentanti, affinché si metta fine a questa indifferenza verso la sofferenza umana. Oggi a morire inerme per mano di un’equipe di lestofanti e negligenti è stato il  caro papà, ma Le prometto che non ci arrenderemo di fronte a niente e nessuno pur di arrivare a far chiarezza sulle responsabilità di ognuno. Ogni vita conta, e nessuno dovrebbe morire "come se niente fosse" a causa di mercenari sanitari perché i medici, quelli animati da “vocazione alla missione”, sono ben altro".

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I FATTI
E' giovedì 14 settembre 2023 - secondo il racconto confluito in un verbale - quando Giuliano si sveglia con brividi di freddo e  una temperatura corporea di circa 38°C. La pressione oscilla  circa 80 e 90 la massima, mentre la minima tra 45 e 60 circa.  Verso le ore 11 e mezza - secondo la ricostruzione dettagliata alla famiglia confluita nella denuncia-  la frequenza cardiaca oscillava tra 90, stabilizzata a 75/76. L'imprenditore  si alza  dal proprio letto con una gamba gonfia, e con un dolore abnorme alla stessa. 

"La gamba sinistra era molto gonfia, compresa la coscia che presentava puntini rossi e lui lamentava molto dolore localizzato soprattutto al polpaccio sinistro. Avvertiva moltissima stanchezza, spossatezza, e a tratti momenti di stato confusionario. Abbiamo chiamato l’ambulanza alle 14 circa.  Il 118 rispondeva comunicando che c’era un’attesa di tre ore circa, in quanto occupati con altri casi. Lo stesso operatore consigliava se era qualcosa di urgente di accompagnarlo in macchina. Si è proceduto così, ad accompagnare il paziente al Pronto Soccorso di Vibo Valentia. Si specifica che il paziente dal proprio letto è salito in macchina con le proprie gambe  facendo anche le scale ".

"Alle 15 siamo arrivati al Pronto Soccorso. Appena arrivati, non si notava affollamento, tant'è che papà è stato preso subito in carico. Gli operatori hanno effettuato il tampone. Dopodiché il paziente è stato accomodato su una lettiga e spostato in una saletta del Pronto Soccorso".

Alla moglie non è stato consentito di accompagnare il marito all’interno per i protocolli Covid (che non sono più in vigore) e nonostante le insistenze nessuno le avrebbe riferito le condizioni del marito che tempo fa aveva subito un intervento chirurgico a Milano.  L'orologio segna le 17:15. Dopo una prima telefonata del figlio, l'imprenditore,  secondo il racconto, non avrebbe più risposto.  Le ore passavano fino al tragico epilogo quando verso le 19 un medico comunica il decesso. 

Una tragedia sulla quale spetterà ora agli investigatori e inquirenti fare luce.

 

 

 

 

 

 

 

 

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