di PIETRO MARINO*
Circa 20 anni fa si è consumato un dramma ampiamente annunciato, dicono adesso tutti, ma per evitare il quale nessuna autorità istituzionale o amministrativa, perché ignara della situazione, ha fatto nulla. Eppure di denunce ed esposti ne erano stati presentati tanti. Privati cittadini, associazione ambientaliste, anonimi più o meno 'identificabili', si erano rivolti alle forze dell'ordine e alla magistratura per denunciare il gravissimo pericolo rappresentato dalla presenza di un campeggio nell'area potenzialmente interessata da una possibile alluvione, nelle immediate vicinanze del torrente Beltrame.
I danni susseguenti al dissesto idrogeologico in Italia dall’ottobre 2013 ad oggi ammontano a circa 4 miliardi di euro. Le cause vanno cercate nei problemi aperti da oltre 50 anni: errori nella progettazione di alcune opere idrauliche ma anche una burocrazia che impedisce la realizzazione di opere necessarie ed approvate, abusivismo e incuria hanno generato situazioni di rischio e di pericolo che hanno provocato morte e distruzione. Gli aspetti critici afferiscono a situazioni non monitorate, energia, ambiente e innovazione di pianificazione ed illegalità legalizzata attraverso i condoni.
Per quest’ultimo aspetto si tratta di un fenomeno i cui confini sono ancora estremamente incerti, poiché non esiste un database di quanto è stato condonato negli anni…” . Paradossalmente è proprio l’innalzamento complessivo dei livelli di rischio con il quale ci troviamo a convivere, ad essere il primo detrattore che ci potrà portare fuori dall’attuale inerzia decisionale. I Contratti di fiume, rappresentano una straordinaria opportunità per canalizzare l’energia che viene dai territori, per condividere le conoscenze e avviare l’opera pubblica nazionale della quale abbiamo più bisogno: la manutenzione del territorio. Per trasformare l’emergenza in programmi di prevenzione dandogli finalmente continuità di intenti e risorse. La governance partecipativa dei territori fluviali. In questo senso sollecitiamo la Regione Calabria che tramite l’assessore De Caprio sta predisponendo un disegno di legge per la gestione ambientale in Calabria di redigere di “Atlante regionale degli obiettivi per i Contratti di fiume e di paesaggio “altre regioni lo hanno già redatto.
L’“Atlante degli obiettivi” ha la finalità di mettere a disposizione dei processi partecipativi ed in particolare dei Contratti di fiume, un quadro di riferimento territoriale, ambientale e paesaggistico. Attraverso l’Atlante intende favorire una maggior conoscenza delle previsioni dei piani e programmi già esistenti potenzialmente o direttamente incidenti sulle scelte dei Cdf, portandoli alla scala delle comunità locali. Per costruire un futuro migliore nella memoria di chi ha perso la vita in questa immane tragedia bisogna iniziare a pianificare lo sviluppo del territorio attraverso politiche sostenibili, azioni che mirano alla prevenzione e al rispetto del territorio, un monito per un percorso virtuoso che superi l’emergenza e attivi la pianificazione.
*Avvocato, Presidente nazionale di Vitambiente
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