“Questa mattina eravamo al porto e abbiamo supportato le attività di prima assistenza per i sopravvissuti. La scena era straziante, davanti a noi persone traumatizzate, il dolore si toccava con mano. Vedere annegare un parente o un amico è sempre orribile”.
Lo dice Shakilla Mohammadi, mediatrice interculturale di Medici Senza Frontiere a Roccella Jonica che stamattina era al porto calabrese dopo le sbarco di 11 sopravvissuti nel naufragio a 120 miglia dalla costa italiana, e della salma di una giovane donna.
“Ho parlato con un ragazzo che ha perso la sua fidanzata. I superstiti hanno parlato di 66 persone disperse, tra cui almeno 26 bambini, anche di pochi mesi. Intere famiglie dell’Afghanistan sarebbero morte. Sono partiti dalla Turchia 8 giorni fa e da 3 o 4 giorni imbarcavano acqua. Ci hanno detto che viaggiavano senza salvagente e che alcune imbarcazioni non si sono fermate per aiutarli”, ha aggiunto.
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