"Il motivo principale per il quale ho dedicato un'intera puntata di Presadiretta all'operazione Rinascita-Scott è che è stata un'operazione importantissima. E poi perché le televisioni nazionali non ne parlavano e sentivo, quindi, il bisogno di riempire questo buco informativo". Lo ha detto il giornalista Riccardo Iacona a margine dell'iniziativa a cui ha partecipato durante "Trame.10", il Festival dei libri sulle mafie in corso a Lamezia Terme.
"Ci sono state delle critiche, è vero - ha aggiunto Iacona - ma venivano da un piccolo settore delle camere penali, che hanno considerato quella trasmissione una violazione di qualche codice deontologico. Una presa di posizione che dimostra come questo Paese sia disabituato al racconto della grande criminalità organizzata. Loro ritenevano che l'unica verità fosse quella giudiziaria; con questo criterio, però, non si sarebbe mai parlato della mafia dopo gli attentati a Falcone e Borsellino, mentre le inchieste dei magistrati sono interessanti dal punto di vista giornalistico per quello che raccontano a 360°, prima ancora che si arrivi alla sentenza. Con Samarcanda abbiamo iniziato la grande stagione del racconto della criminalità organizzata. Questa stagione è stata seguita da moltissime trasmissioni e poi negli anni la televisione nazionale ha iniziato a scordarsi di questi argomenti e non ci ha investito più. E questo è un gran peccato perché la mafia nel frattempo non è andata in pensione, è cambiata ma soprattutto si è molto allargata ed ha inquinato la società non solo del sud ma dell'Italia e del mondo intero".
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