Proseguono gli incontri e i dibattiti della decima edizione di Trame.Festival dei libri sulle mafie in piazza a Lamezia Terme.
Al sistema carcerario italiano e alla tutela dei diritti dei detenuti è dedicato il primo appuntamento della quarta giornata, in collaborazione con Treccani Cultura, con gli interventi di Cosima Buccoliero, vicedirettrice dell’Istituto Penitenziario di Opera e Giovanni Tizian. Buccoliero, reduce anche dell’esperienza all’Istituto di Milano Bollate, affronta la questione delle possibilità di recupero per chi sconta pene più o meno dure e per chi è rinchiuso al regime di 41bis, e sottolinea come l’attuale situazione delle carceri in Italia sia una questione che interessa l’intera società e non solo una parte di essa. “Il covid poi – ha osservato – ha reso tutto più difficile e si rischia di far cadere nel vuoto qualunque sollecitazione al cambiamento”.
L’attenzione si è poi spostata sulle affinità genealogiche tra massoneria e mafia, con il Procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo in video collegamento con lo storico e accademico John Dickie e il giornalista Rocco Vazzana. “La massoneria, in quanto tale, non esiste – chiarisce Lombardo - non è un’unica organizzazione, un’unica rete”. Per questo motivo, non bisogna criminalizzare la massoneria regolare, confondendola e mescolandola con la criminalità di stampo mafioso: sono, invece, le “componenti infedeli” a sporcare l’immagine che ne ha l’opinione pubblica. Quando ci si riferisce alle “massomafie”, osservano i relatori, non si deve pensare a un accordo tra le due parti, ma intendere l’influenza delle logiche massoniche che guidano le componenti alte della mafia. Queste si ispirano a quei riti e quelle regole di vita che sono le fondamenta delle logge.
La quarta giornata è proseguita seguendo ancora il tema del festival “Resistere”, con lo scrittore, traduttore e docente romano Christian Raimo, che ha portato sul palco le periferie resilienti attraverso la presentazione del volume omonimo dell’autrice Paola Gregory. L’incontro, in collaborazione con Treccani Cultura, è stato occasione per riflettere sull’importanza della politica del territorio, sulla vivibilità dei quartieri lontani dal centro, sulla necessità di progettare e formare cittadini-militanti.
Dalle periferie alle donne resistenti: il magistrato Alessandra Cerreti è intervenuta, insieme a Francesca Chirico e alla giornalista Dominella Triunfo, per approfondire il tema delle donne di e contro la ‘ndrangheta, citando i coraggiosi esempi di Giuseppina Pesce e Maria Concetta Cacciola. Entrambe nate e cresciute nel mondo della criminalità organizzata, sono state le prime in Calabria a scegliere di denunciare le proprie famiglie allontanandosi dalla vita che i clan avevano scelto per loro. “Mi piace immaginare le loro storie non come un sacrificio inutile – ha detto Cerreti - ma come l’inizio di un percorso in evoluzione che permetta di aiutare tante altre donne e i loro figli”.
Ancora una storia di coraggio poi con l’ultima intervista a cura dell’Associazione Antiracket Lamezia e del progetto “Mani Libere in Calabria” all’imprenditore cosentino Alessio Cassano, vittima di minacce e richieste di racket alle quali ha risposto con la denuncia e la costituzione dell’Associazione Antiracket Lucio Ferrami.
Ultimo tema proposto è stato quello del gioco d’azzardo e della sua crescita esponenziale in pandemia. Ne hanno parlato Giulia Migneco e Maria Antonietta Sacco di Avviso Pubblico con il giornalista Antonio Chieffallo, presentando il libro “La pandemia da azzardo”. Il fenomeno, ancora troppo sottovalutato, tiene drammaticamente sotto scacco una percentuale altissima di italiani, senza dimenticare che – come sottolineato nel corso dell’incontro – “dietro ogni macchinetta c’è un clan”.
Ha concluso la ricca quarta giornata di festival lo spettacolo “Girone 41 bis” per celebrare il settecentenario della morte di Dante Alighieri. Scritto e ideato dai giornalisti Gaetano Savatteri e Francesco D’Ayala, con la regia di Marcello Mazzarella e le musiche di Riccardo Manzi, Trame si è unito alla rete “Piazza Dante” con la produzione originale di un insolito girone dantesco, affollato da mafiosi, prepotenti, ignavi e indifferenti.
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