Trasferimento di Facciolla. Il ministero non risponde e il suo legale chiede l’accesso agli atti

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images Trasferimento di Facciolla. Il ministero non risponde e il suo legale chiede l’accesso agli atti
Eugenio Facciolla
  24 luglio 2020 06:50

“Poiché ad oggi nessun provvedimento risulterebbe adottato e comunicato dal Ministro della Giustizia per la reimmessione del Dott. Eugenio Facciolla nelle funzioni di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari, comunico di aver chiesto l’accesso a tutti gli atti ministeriali relativi al trasferimento e alla mancata riassegnazione della sede, al fine di predisporre, sin da subito, urgenti iniziative per la tutela giurisdizionale dei diritti del magistrato”,

Lo afferma in una nota l’avvocato Ivano Iai, legale di fiducia del magistrato Eugenio Facciolla, prima procuratore di Castrovillari e ora trasferito a Potenza dopo un provvedimento disciplinare del Csm a seguito di un’indagine che lo vede coinvolto con l’accusa di corruzione (LEGGI QUI LA DIFESA DI FACCIOLLA). 

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Nei giorni scorsi, l’avvocato Iai chiede la cessazione della misura di trasferimento perché considerata oltre tempo massimo (LEGGI QUI).

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Ma il Ministero non ha risposto e così il legale va avanti con la richiesta di accesso agli atti. 

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“Ciò al di là, più in generale, dell’omessa attuazione, da parte dello stesso Ministro, del preminente interesse pubblico alla funzionalità dell’Ufficio direttivo vacante per effetto dell’ordinanza di trasferimento provvisorio del magistrato da me assistito, peraltro estinta, decaduta o cessata a far data dall’11 giugno scorso”, continua Iai.
 
“Rappresento, in ogni caso, il forte imbarazzo mio e del Dott. Facciolla di fronte al modus operandi di un Ufficio pubblico di preminente importanza, quale il Ministero della Giustizia, per le cui procedure dovrebbero osservarsi i principi costituzionali di buon andamento e imparzialità, nonché i canoni di trasparenza, economicità ed efficienza, anche temporale, nell’azione amministrativa, e che invece manifesta disattenzione verso la sollecitata ricognizione, con provvedimento di semplice presa d’atto, della cessata misura che, per finalità e ragioni incomprensibili e comunque estranee al corretto agire della Pubblica Amministrazione, continua a essere applicata in violazione del decreto legislativo 23 febbraio 2006, n. 109”,
ha concluso l’avvocato Iai.

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