"La democrazia non può sempre scivolare sulla buccia di banana. Pensiamo che fatta salva l’appartenenza, sia un valore riconosciuto quello della difesa della democrazia e della trasparenza dell’azione politica, giusto per non dover pensare che siamo circondati dall’apparenza, che poco si coniuga con il concetto di responsabilità".
Lo scrive Alfredo Serrao, presidente Associazione I QUARTIERI
"La nostra città di Catanzaro, il nostro territorio si è sempre distinto per una solida coscienza di comunità, anche nei momenti di maggiore scontro politico, oggi possiamo dire: c’era una volta. Sergio Abramo, sindaco di lungo corso e presidente quasi mediceo della provincia di Catanzaro, ha saputo esportare non solo le truppe di colonnelli e pseudo-colonnelli, quanto quel concetto di trasparenza e di democrazia in deficit, che ci fanno immaginare Catanzaro come Pyongyang: la democraticissima capitale della Corea del Nord. Ma, se Kim-Jong-un non ha fisicamente un sosia politicamente validabile in terra calabra, ha però una duplicazione in termini di metodi e di riconoscimento di valore democratico. Già anche a Catanzaro chiedere di vedere, ti espone a ricevere come risposta il classico dito nell’occhio: ti ‘ncecu…ci verrebbe da dire"
"Eppure in questa democrazia ‘ncecata - scrive ancora - Abramo continua spedito a consolidare la sua democrazia. Nomina ed attribuisce consulenze fuori e dentro le strutture di Staff, duplicate e decuplicate in termini di costi, per garantirsi in termini di produttività e di competenze, una pletora di professionisti, i cui curriculum vitae sono democraticamente secretati. Catanzaro è come Catanzaro, il Comune è come la Provincia, Abramo è sempre Abramo. Ed allora la legislazione, quella anche in termini di anticorruzione, non ha legittimità, la cosiddetta “amministrazione trasparente”, quella dei siti istituzionali normata dal DL 33/2013 traspare solo arroganza, è un muro impenetrabile dove la democrazia rimbalza come la richiesta di conoscenza dei cittadini".
"Non sapremo mai quali sono le capacità professionali, i titoli riconosciuti, le produttività, le remunerazioni degli Staff diffusi. Non sapremo mai come si moltiplicano i soldi della collettività in termini di utilità, per il lavoro degli Abramo boys. Forse non lo sapremo mai, l’abbiamo chiesto al Prefetto di Catanzaro ed all’A.N.A.C., ma almeno non avremo lo scrupolo di non averlo chiesto, diventando complici di un metodo da “provincia” coreana…forse(?)".
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