di STEFANIA PAPALEO
Per l'accusa li aveva travolti intenzionalmente, provocando la morte di una bambina di appena 5 anni. Lui ha sempre sostenuto di non essersi proprio accorto di quel gruppo di ragazzi che passeggiava ai bordi della strada. Il gup del Tribunale di Crotone, Elisa Marchetto, che lo processò in primo grado con rito abbreviato non gli aveva proprio creduto, tanto da condannarlo a 18 anni e 6 mesi di reclusione, al risarcimento del danno alle parti civili (familiari e parenti delle vittime) ed a pagare una provvisione di 300 mila euro per i genitori della piccola vittima, per omicidio volontario e lesioni personali, andando anche oltre la richiesta del pm Alessandro Rho, che aveva sollecitato 15 anni di reclusione. Oggi il colpo di scena, con la riqualificazione del reato in omicidio stradale e la riduzione della condanna a 4 anni di reclusione, in accoglimento della tesi difensiva portata avanti fagli avvocati Salvatore Iannone e Aldo Truncè.
Sul banco degli imputati Giuseppe Pio De Fazio, oggi ventiduenne, che, il 20 marzo 2022, si trovava alla guida del suo furgone, un Fiat Doblò, lungo la strada provinciale in località "Cantorato", quando all'improvviso si catapultò su un gruppo di giovani di nazionalità ucraina e, in particolare, secondo il pesante atto d'accusa che gli costò anche gli arresti domiciliari, su Francesco Pio Macrì, che portava sulle spalle Taisiia Martseniuk, piccola profuga del conflitto in Ucraina, che era arrivata in Calabria pochi mesi prima. Il tutto, sempre secondo gli inquirenti, per gelosia verso una ragazza ucraina di cui si era innamorato.
Una tesi oggi crollata davanti alla Corte d'Appello di Catanzaro (presidente: Piero Santese; a latere: Domenico Commodaro), a fronte della richiesta a 15 anni di reclusione ribadita in aula dalla Procura generale e supportata dagli avvocati di parte civile Maurizio Bubbo, Mario Nigro e Salvatore Saporito.
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