Francesco e Luca c’erano a ritirare i loro premi, altri non ce l’hanno fatta, rinchiusi nelle comunità per scontare le loro pene. Ma più di sessanta di queste ragazze e ragazzi, molti dei quali minorenni, hanno partecipato da tutta Italia al Premio nazionale dedicato alla memoria di Carlo Caruso, il “giudice papà” che parlava ai giovani che hanno sbagliato, per farli passare dalla parte giusta della vita.
Da Palermo a Torino, da Reggio Calabria a Roma, hanno inviato le loro creazioni: poesie, racconti brevi ma anche tanti rap, decisamente la tendenza espressiva del momento tra i teenagers.
La premiazione delle creazioni più suggestive è avvenuta nel Tribunale per i minorenni di Catanzaro, in una sala convegni gremita, ma anche con tantissimi collegamenti online a cui hanno partecipato istituzioni minorili di ogni angolo del paese. Il concorso è al suo terzo anno di celebrazione, le altre due cerimonie sono state a Roma. Romano era il magistrato Caruso, che per lavoro era stato anche a Catanzaro alcuni anni. Dove aveva sposato Anna Lucia Branca che organizzato questi memorial su larga scala, col consenso dell’Istituto penale per minorenni nazionale, e la partecipazione di diverse associazioni impegnate nell’assistenza di giovani disagiati.
“La cosa più importante di una persona è trasparente e non si vede”, scrive Matteo da una comunità alle porte di Roma, che ha vinto il primo premio per la poesia con “L’Essenziale”. Eleonora da Palermo s’è aggiudicata la prima posizione nella sezione narrativa col racconto della sua vita “Via del Campo”, in cui ripercorre le sofferte tappe per sganciarsi dalla droga. Il rappista Francesco, anche lui appena diciottenne, da Brindisi è venuto a Catanzaro per ritirare il premio con “Grandi passi”: “Cambierò ore di sonno per una sola/ Cambierò ciò che sono ma se lo voglio”; e poi: “Siamo chiusi in delle cupole/qua la voce è troppo stretta”. I premi sono stati assegnati da una giuria qualificata.
Magistrati, avvocati, assistenti sociali, giornalisti e docenti universitari hanno sottolineato nei loro interventi l’importante funzione pedagogica e sociale di questa iniziativa che è diventata itinerante, e dopo Roma e Catanzaro forse toccherà a Cosenza.
I componimenti dei tanti giovani che hanno partecipato, anche negli anni passati, probabilmente verranno raccolti in un libro che verrà distribuito in tutte le istituzioni minorili italiane e messo a disposizione di chi sta scontando la restrizione ma anche del grande pubblico. Appuntamento alla prossima edizione del Premio Carlo Caruso.
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