Tridico: "Una nuova primavera per la Calabria, il passaggio successivo è federare il Sud"

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  16 settembre 2025 12:17

"Per la prima volta la Calabria è stata un laboratorio. Tanto che dopo di noi sono arrivati gli accordi anche nelle altre regioni. C'è stato un dialogo serio, si sono definiti dieci punti di programma chiari e si è creata una convergenza ampia sul nome. A quel punto ho accettato", così Pasquale Tridico in un’intervista al Quotidiano Nazionale. 

“C’è l’indignazione che mi ha mosso da calabrese - continua il candidato alla presidenza della Regione Calabria- Occhiuto ha fatto un 'Papeete' come Salvini: si è dimesso in piena estate, cercando di sviare l’attenzione dai suoi guai e sperando di trovare un centrosinistra e il M5S impreparati”. 

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Sulla sanità Tridico osserva che “Occhiuto ha avuto pieni poteri sulla sanità, da presidente e commissario, ed è stato complice con Scopelliti, che nel 2011 ha chiuso 18 ospedali. La nostra sanità è quella di un Paese in via di sviluppo. Reparti all'osso, carenza di medici, persone che muoiono perché l'ambulanza non arriva: 4 negli ultimi mesi. Situazione aggravata dal conto mostruoso pagato alle regioni che accolgono i pazienti che qui non riescono a curarsi. Solo che la sanità è pubblica: la pagano pure i calabresi". 

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Per la Calabria Tridico spera in “una nuova primavera, come è stato a Napoli e in Puglia. Ora tocca a noi, il passaggio successivo è federare finalmente il Sud”. Su questo punto sottolinea che, per federarsi, il sud deve partire “dai punti in comune: contrasto alle mafie, cultura, università, politiche industriali. E servono soprattutto i collegamenti”. 

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In merito alla proposta di reddito dignità regionale spiega: “da economista studio disuguaglianze e povertà da anni. Qui un abitante su due è a rischio povertà. È il dato più alto di tutta l’Europa. Oggi dell’assegno di inclusione beneficiano disabili, minori e anziani, ma un 58enne occupabile senza lavora continua a morire di fame. Io ho proposto di unire i progetti di inclusione alle politiche attive per il lavoro, dall’istruzione al recupero degli occupabili, nei progetti culturali, nelle aree interne, nei siti archeologici. Così si potrà usufruire dei fondi Ue”, conclude.

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