








"Sono un cuoco, non uno chef": esordisce così, con estrema semplicità, umiltà e naturalezza e con un grande sorriso Francesco Picerno, 28 anni, mentre fa capolino dalla sua cucina in quello che, finalmente, è il suo ristorante a Catanzaro, "Trivonà".
Un luogo incredibile, un tesoro seminascosto nel cuore antico di Catanzaro, che a sua volta custodisce innumerevoli altri tesori, culinari e strutturali. Un'esperienza completa, al suo esordio in città ma di cui presto leggeremo ovunque: diamole soltanto il tempo di "esplodere" e, perchè no, proviamo ad essere tra i primi a viverla.
Alle redini c'è il giovanissimo chef - anzi cuoco - calabrese che si è formato a Milano in uno dei più celebri stellati. E lo ha fatto per caso e anche un pizzico di buona sorte. "Mi trovavo a Milano, ero attratto da questa porta rossa davanti casa, quando ho scoperto fosse un ristorante ho detto 'busso, chiedo, vediamo come va'. La porta rossa era quella di bu:r, lo chef che lo ha formato Eugenio Boer. Mica poco. Da studente di medicina a capo partita di bu:r in brevissimo tempo, Francesco si è appassionato e non ha più smesso. "Ho fatto come si faceva un tempo, con la classica valigia di cartone. Da Boer ho imparato la costanza, il sacrificio, il lavoro, come ricercare una materia prima, come dare forma all'idea, ma non penso mica di essere completo: oggi sono ancora all'1% della mia carriera".
Rientrato a Catanzaro tre anni fa, ha acquistato e ristrutturato l'antico immobile al civico 11 di via Assanti (dietro Prefettura) con uno stile contemporaneo e minimalista: strutturato su due piani, ha un'area bar con una piccola sala dedicata all'aperitivo, la sala principale (al primo piano) su cui affaccia direttamente la cucina e alcune piccole terrazze. Ogni dettaglio è ben curato, si percepisce il sentimento autentico dietro ogni scelta di stile: dai bicchieri al decanter, dalla posateria ai tavoli in legno realizzati a mano.
Ma andiamo alla cucina: Francesco la definisce "semplice ma ricercata", e mai aggettivi potrebbero essere più adatti. L'eccellenza di ogni piatto si divide equamente tra la scelta delle materie prime, di altissima qualità e provenienti esclusivamente da piccoli fornitori locali, e la creatività della ricetta, da cui scaturisce oltre ad uno straordinario incontro di sapori, anche un effetto visivo "wow", che ha dell'artistico.
Da un piccolo disco d'anguria Francesco riesce a realizzare un dessert delizioso, dai funghi porcini un gelato sublime. Riesce a "calabresizzare" il tipico carciofo romano con l'aggiunta di polvere di liquirizia e gambero o scampo locale. Da provare la cipolla ripiena di manzo e salsiccia, accompagnata da crema di patate, tartare di pecora, olio al finocchietto e olio alla nduja o, tra i primi piatti, il "bottone" ripieno con pescato della settimana e patate alla cenere. Piatto forte anche "Un secondo per respirare": diaframma di vitello accompagnato da melanzane in varie consistenze e ricotta affumicata. Accanto alle carni e al pescato locale, c'è spazio anche per alcuni piatti vegetariani, su tutti il risotto mirtilli e kefir. I dolci non ve li sveliamo: divini.
La filosofia dietro ogni piatto è semplice, come tutto il resto: soli prodotti locali e stagionali, senza contaminazioni esterofile, in accostamenti creativi e gustosi ma pur sempre equilibrati.
Trivonà, che si chiama così in omaggio alla storia di Catanzaro e al monte Triavonà su cui si stagliano i tre colli, è aperto da martedì a sabato tutte le sere, la domenica solo a pranzo. Nel periodo festivo, a pranzo anche martedì, mercoledì e giovedì, ma è sempre bene prenotare. Anche per l'aperitivo con mixologist dedicato. E' possibile conoscere meglio Trivonà e la sua straordinaria cucina (prima di farlo dal vivo) sul sito web dedicato, su Instagram e Facebook. Per prenotare: 0961.358874 e 333.2321864.
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