Era il 10 novembre dello scorso anno, quando i militari dell'Arma dei Carabinieri in servizio presso la Stazione di Tropea, procedevano al sequestro, nei confronti di M.G., di un coltello con lama in ferro da 15 cm, un’accetta con lama trapezoidale tagliente, un mazzuolo con testa in ferro e manico in legno di 29 cm.
Nonostante il titolare degli arnesi avesse prontamente giustificato la presenza degli stessi all’interno della propria autovettura, atteso che l'uomo praticasse assiduamente l’attività di pesca subacquea, i militari procedevano ugualmente al sequestro, il quale veniva convalidato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vibo Valentia e successivamente dal Tribunale del Riesame.
Nella giornata di mercoledì 22 giungo, la vicenda si è conclusa dinanzi la Prima Sezione della Corte di Cassazione, la quale ha accolto il ricorso proposto dei legali Sandro D’Agostino e Michele Eramo, e annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata ed il decreto di sequestro, disponendo così la restituzione dei beni al legittimo proprietario.
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