Truffa dei bond alla "Cesare Pozzo": sequestrati 16,3 milioni di euro. Perquisizioni anche in Calabria

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images Truffa dei bond alla "Cesare Pozzo": sequestrati 16,3 milioni di euro. Perquisizioni anche in Calabria
Guardia di Finanza, foto di archivio
  02 marzo 2021 13:10

Per una presunta truffa con operazioni finanziarie legate all'acquisto di bond ad alto rischio lussemburghesi ai danni della storica Società di Mutuo Soccorso Cesare Pozzo, il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf di Milano ha eseguito 6 misure di arresti domiciliari e una interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l'attività di impresa. Nell' inchiesta della Procura, con al centro reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata, false comunicazioni sociali e appropriazione indebita, è indagato l'uomo d'affari Gianluigi Torzi, già coinvolto nell'inchiesta vaticana su un palazzo a Londra

La Gdf sta anche eseguendo un decreto di sequestro preventivo da oltre 16,3 milioni di euro nei confronti degli indagati, tra cui l'uomo d'affari Gianluigi Torzi, già arrestato nell'inchiesta vaticana sul noto scandalo dell'immobile a Londra, nell'indagine milanese per una presunta truffa con operazioni finanziarie legate all'acquisto di bond ad alto rischio lussemburghesi ai danni della storica Società di Mutuo Soccorso Cesare Pozzo. Il sequestro è anche a carico di società, alcune delle quali di "diritto estero". Nelle operazioni sui bond, con cui sarebbe stata truffata per 15 milioni di euro la società attiva nel campo della mutualità sanitaria integrativa sin da fine '800, è emerso il ruolo di Torzi, come precisa il procuratore Francesco Greco, a proposito del blitz nell'inchiesta coordinata dall'aggiunto Maurizio Romanelli e dai pm Giordano Baggio e Carlo Scalas. Anche Torzi è "destinatario del provvedimento di sequestro", perché è risultato "a capo", con altre tre persone, "della catena di controllo dei veicoli societari esteri emittenti titoli finanziari". Le misure sono state firmate dal gip Fabrizio Felice. Il 5 giugno scorso, il broker Torzi, attivo a Londra, era stato arrestato nell'inchiesta vaticana (poi ha ottenuto la libertà provvisoria) per una presunta estorsione da 15 milioni di euro contestata dai magistrati d'Oltretevere nel quadro delle indagini sulle operazioni finanziarie legate alla compravendita da parte della Segreteria di Stato di un immobile di pregio nella capitale britannica.

Le Fiamme Gialle, inoltre, stanno effettuando numerose perquisizioni in Lombardia, Calabria, Lazio e Molise nei confronti degli indagati e delle società coinvolte nelle operazioni illecite. L'inchiesta , coordinata dall'aggiunto Maurizio Romanelli e dai pm Carlo Scalas e Giordano Baggio e nella quale è indagato Torzi, come si legge in una nota firmata dal Procuratore della Repubblica Francesco Greco, ha consentito di riscostruire "un'attività organizzata dedita al drenaggio di liquidità dalle casse della 'Cesare Pozzo', fondata nel 1877 e operativa nel settore della mutualità sanitaria integrativa "attraverso sistematiche condotte" ingannevoli e distrattive fino all'anno scorso. Gli accertamenti hanno, inoltre, messo in luce come i danni per la società mutualistica sarebbero derivati "dall'acquisto di di obbligazioni lussemburghesi, per un valore di 15 milioni di euro, privi di rating e ad alto rischio, di dubbia esigibilità e che non hanno garantito gli interessi pattuiti". Inoltre, si legge sempre nella nota, sono state rilevate ulteriori presunte distrazioni di denaro dal Fondo Salute Sce, la prima società cooperativa europea per la salute e la tutela sociale. nata nel 2009 da un'alleanza tra la 'Cesare Pozzo' e il gruppo mutualistico francese Harmonie Mutuelle. Distrazioni realizzate con l'uso reiterato di carte di credito aziendale per il pagamento di beni di lusso e di spese "voluttuarie", "nonché attraverso la fittizia assunzione di personale legato agli indagati".

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