Truffa alla Regione, revocato il sequestro alle Aziende agricole Leuzzi e Muraca

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images Truffa alla Regione, revocato il sequestro alle Aziende agricole Leuzzi e Muraca

I giovani imprenditori non erano “finti” e il Tribunale revoca il sequestro di 500mila euro accogliendo le tesi dei difensori, gli avvocati Francesco Iacopino, Gregorio Ferrari e Frank Mario Santacroce

  17 giugno 2022 15:54

Questa mattina il Tribunale del riesame di Catanzaro, a scioglimento della riserva assunta all’Udienza di ieri, ha disposto la revoca del sequestro preventivo, per complessive 500.000 euro, disposto nei confronti di Nicola Leuzzi e Giuseppe Leuzzi, difesi da Francesco Iacopino, nonché di Ivan Muraca e Antonio Muraca, difesi da Gregorio Ferrari e Frank Mario Santacroce.

LEGGI QUI. Truffa e falso per percepire contributi comunitari erogati dalla Regione, sequestrati oltre 500.000 euro: 6 indagati (I NOMI)

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Il sequestro era stato operato a fine maggio dal GIP sul presupposto che gli indagati avrebbero percepito indebitamente aiuti comunitari erogati dalla Regione Calabria, destinati a finanziare l’avviamento di nuove aziende agricole per sostenere il ricambio generazionale nel comparto primario, attraverso il sostegno all’inserimento di nuovi giovani agricoltori professionalizzati.
Nel mirino erano finiti Nicola Leuzzi e Ivan Muraca, entrambi titolari di un’azienda agricola e studenti, oltre a due loro familiari, Giuseppe Leuzzi e Antonio Muraca. 

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In particolare, si era ipotizzato che, al di là del formale avvio dell’attività agricola, i giovani beneficiari delle sovvenzioni non fossero in realtà “agricoltori attivi”, ma studenti universitari fuori sede, in quanto le imprese erano concretamente gestite dai rispettivi familiari compiacenti. 

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Avverso il provvedimento del GIP e la ricostruzione della vicenda operata dall’accusa, gli indagati hanno presentato riesame, per contestare fermamente la lettura dei fatti per come posta a base del provvedimento ablativo.

In particolare, gli avvocati Iacopino, Ferrari e Santacroce hanno presentato riesame al Tribunale e, davanti al Collegio, dopo una articolata discussione, hanno depositato memorie e consulenze tecniche, oltre a una corposa produzione documentale, chiedendo anche che i loro assistiti venissero sentiti per escludere la benché minima attività truffaldina e affermare la correttezza del loro operato e la serietà della loro iniziativa imprenditoriale.

Tesi difensiva che ha convinto il Tribunale, dal momento che, all’esito della camera di consiglio, è stata disposta la revoca del sequestro e la restituzione dei beni per oltre 500.000 euro complessivi.

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