Truffa e riciclaggio nel Vibonese, tutto nasce da Rinascita Scott e perché è ancora così importante

Tutto nasce da "Rinascita Scott", la maxi operazione anti 'ndrangheta che il 19 dicembre 2019 ha portato all'arresto di 334 persone in mezza Calabria ma anche al di fuori della regione.

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La nuova operazione della Dda di Catanzaro che questa mattina ha portato all'arresto di 11 persone a vario titolo per associazione di tipo mafioso, riciclaggio internazionale, trasferimento fraudolento di valori, truffa internazionale e altri reati, alcuni dei quali aggravati ex art. 416 bis 1 c.p traccia le fondamenta proprio dall'operazione oltre tre anni fa ha portato all'arresto di avvocati, politici, amministratori locali, funzionari pubblici, militari, imprenditori e mafiosi doc. E che ha accesso i fari sugli intrecci tra mafia e massoneria, capaci di intessere tele negli appalti pubblici, negli apparati statali, nei tribunali. Ma anche tanta criminalità comunale, come lo spaccio di droga, le estorsioni, la violenza. Insomma, una 'ndrangheta emancipata, forte, fortissima, che può arrivare ovunque. 

Un blitz che ha fotografato la mappa della 'ndrangheta in Calabria, a partire da "Il Supremo" Luigi Mancuso, di Limbadi, arrestato sul treno e mai più uscito dal carcere. Ma anche boss come Accorinti, di Zungri, Saverio Razionale di Sant'Onofrio, Barba-Lo Bianco di Vibo Valentia, i Fiarè-Gasparro di San Gregorio d'Ippona. Rimane latitante Pasquale Bonavota, vibonese, entrato a far parte di uno dei quattro più ricercati d'Italia. 

Un elenco lunghissimo e che ora si sta sviluppando nell'aula bunker di Lamezia Terme, dove si celebra il processo ordinario di primo grado di fronte a oltre 350 imputati. In abbreviato, a novembre 2021, sono stati condannati 70 imputati e altri 20 sono stati assolti.  

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