Si è concluso con un lieto fine il caso che ha visto coinvolto un imprenditore di Catanzaro che, dopo essere caduto in una trappola tesa da un dipendente della Camera di Commercio locale, è stato assolto in appello dalla Corte di Catanzaro.
L'incidente ha avuto inizio quando l'imprenditore, che da anni risiede in Germania, è tornato in Italia per risolvere alcune pendenze burocratiche presso la Camera di Commercio di Catanzaro. Qui, sarebbe stato avvicinato da un dipendente dell'ente che gli ha promesso di risolvere tutti i suoi problemi dietro pagamento. L'imprenditore, confidando nella serietà dell'ente, ha accettato, ma si è presto reso conto che era caduto vittima di un inganno.
Dopo aver inviato numerosi solleciti senza ricevere alcuna risposta e insospettito dalla situazione, l'imprenditore ha deciso di denunciare l'accaduto alle autorità. La vicenda ha preso una svolta inaspettata quando, in un primo momento, la Procura ha indagato anche lui, portando a una condanna in prima istanza a quattro mesi di reclusione dal Gup del Tribunale di Catanzaro.
L'imprenditore ha fatto appello alla Corte di Appello di Catanzaro, dove il collegio giudicante, presieduto dal presidente Giglio, ha riconosciuto la sua piena innocenza. La Corte ha accolto l'argomentazione degli avvocati Salvatore Chiaravalloti e Annunziata D'Ambra, assolvendo l'imprenditore con la formula "per non aver commesso il fatto".
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