di FILIPPO COPPOLETTA
Nonostante le campagne promosse dall'Arma dei Carabinieri per prevenire e contrastare le dilaganti truffe agli anziani, non si ferma l'azione dei malviventi a danno di quanti cadono in raggiri architettati in modo meticoloso con l'intenzione di estorcere denaro.
Negli ultimi giorni, due truffe, con stesso modus operandi ma con risultato differente, si sono sviluppate nella provincia di Catanzaro. Un piano oramai consolidato volto a trarre in inganno le ignare vittime, sfruttando, tra l'altro, sentimenti come paura, ansia e preoccupazione che nascono da ricostruzioni fantomatiche messe in atto dai truffatori.
Ci sono purtroppo riusciti nel comune di Zagarise dove un'anziana residente locale, in tarda mattinata, è stata contattata telefonicamente da un uomo che si sarebbe spacciato per un maresciallo dei Carabinieri di nome Michele Albertini. L'uomo era addirittura a conoscenza di come la donna si chiamasse, del nome della figlia nonché che la stessa avesse un bambino. Il fantomatico maresciallo avverte così l'anziana malcapitata che la figlia era stata coinvolta in un sinistro sulla Statale 106. La figlia, secondo la ricostruzione del truffatore, era rimasta illesa mentre il nipotino era stato trasportato in ospedale per accertamenti.
Considerato il panico della donna, il "maresciallo", si assicura che la stessa non chiuda la telefonata per contattare la figlia, dicendo che la stessa non potrebbe comunque rispondere. Qui parte la truffa. Al fine di scongiurare pesanti sanzioni penali ed amministrative o addirittura l'arresto, il simulato maresciallo, spiega alla vittima che avrebbe immediatamente bisogno di 6 mila euro in contanti. Probabilmente l'uomo era già a conoscenza che la somma fosse nelle disponibilità dell'anziana ed infatti la stessa predispone i contanti ed attende, come da istruzioni, l'arrivo di un altro militare che avrebbe ritirato la somma.
Mentre la telefonata è ancora in corso, si presenta a casa un complice dell'uomo con una giacca scura ed un paio di pantaloni simili alla divisa di un Carabiniere. L'uomo, è stato riferito nella denuncia, era alto circa 1,70 metri, corporatura normale, di età compresa tra i 25 e i 30 anni, capelli scuri rasati ai lati e più lunghi sopra. Trafugati i contanti, il truffatore si affretta a lasciare l'abitazione.
Stesso identico disegno criminoso ha riguardato la seconda truffa, avvenuta a Simeri Crichi ma fortunatamente sventata un attimo prima che si potesse concretizzare.
Questa volta a contattare la donna è un fantomatico avvocato che riferisce sempre di un incidente stradale che avrebbe coinvolto il figlio della donna. Anche in questo caso, l'uomo era a conoscenza del nome del ragazzo e non solo. Per quanto viene riferito, all'interno dell'abitazione, insieme alla donna, era presente anche un secondo figlio che però avrebbe lasciato l'abitazione un attimo prima che squillasse il telefono. Il fatto ha suscitato seri dubbi circa la possibilità che l'abitazione fosse sorvegliata in attesa che la donna venisse lasciata sola in casa.
In questo secondo caso è il truffatore a dire alla donna di mettersi in contatto con il figlio. Nel panico e nella preoccupazione, la mamma compone il numero ma dall'altra parte chi risponde? Sempre il nostro maresciallo Michele Albertini.
Il metodo utilizzato dal truffatore per deviare la telefonata resta ignoto o lo stesso potrebbe aver indotto la donna a comporre il numero senza chiudere la telefonata. Ad ogni modo, il fantasioso maresciallo presenta sempre lo stesso scenario: incidente e arresto del figlio con conseguente sequestro del cellulare.
Questa volta la "cauzione" è stata fissata a circa 5 mila euro, cifra che la vittima afferma di non avere a disposizione. Lo spacciatosi maresciallo, pronto ad ogni evenienza, dice che una parte della somma sarà anticipata dall'avvocato ma che la donna dovrà in qualche modo compensare la cifra.
"Suo figlio mi riferisce che avete degli oggetti in oro in casa, se possiede una bilancia potrebbe dirmi qual è il peso?". Prima che la donna potesse dare riscontro, fortunatamente a rientrare in casa è il secondo figlio che resosi conto dello stato di agitazione della madre, raccoglie il telefono per comprendere cosa stia succedendo. Al cambio di voce e considerata la presenza di un giovane in casa, il truffatore desiste, cambia discorso e finge di aver probabilmente sbagliato numero.
Il fatto, nonostante non si fosse concretizzata la truffa, è stato comunque denunciato alle autorità del posto che ribadiscono la massima attenzione e prudenza così come l'utilità di mettere in guardia genitori ed anziani familiari da possibili raggiri che potrebbero vederli loro malgrado vittime di una ignobile truffa.
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