Prosegue il dibattito intorno al tema del disagio mentale che è stato già avviato da qualche giorno con l’inaugurazione della mostra fotografica “TU INTERNI…IO LIBERO” allestita nella Galleria “Coriolano Paparazzo”, che propone trentacinque scatti in bianco e nero di Gian Butturini (1935-2006). Immagini tratte dall’ampio reportage realizzato tra Trieste e Gorizia nel 1977 quando il fotografo bresciano fu invitato direttamente dallo psichiatra Franco Basaglia - a cui è attribuita la paternità della legge 180 - a documentare che cosa si stava facendo, in maniera del tutto sovversiva, per accompagnare i malati di mente nel nuovo percorso di vita. A distanza di quasi cinquant’anni dalla riforma libertaria, l’esposizione offre l’occasione di organizzare eventi di approfondimento e discussione sull’eredità e sull’attualità del pensiero e dell’azione di Basaglia, per continuare il suo l’impegno, per dimostrare ancora che “l’impossibile può diventare possibile”.
Le riflessioni condivise durante il primo incontro da esponenti del mondo della Sanità e delle organizzazioni sociali che operano sul territorio – tra cui Maurizio Puca e Isolina Mantelli del Centro Calabrese di Solidarietà – hanno messo in luce le criticità che ruotano intorno all’assistenza medica e all’approccio a questa tipologia di “malati”. Se a Basaglia va infatti riconosciuto il merito di aver rivoluzionato la storia delle cure psichiatriche in Italia e di aver fatto capire che dietro al disagio mentale, c'è sempre una persona con dei diritti, è anche vero che nel corso degli anni sono emerse tante lacune. Se molto è stato fatto, molto ancora resta da fare per far sì che si costruisca una rete efficiente di servizi per la salute mentale. Oggi l'Italia destina solo il 2,75 % della spesa sanitaria al disagio psichico. Eppure la domanda appare crescente: l'Organizzazione mondiale della Sanità ha registrato un incremento del 30% delle patologie mentali, vale a dire che queste sono più diffuse di quelle cardiache.
Il prossimo appuntamento è in programma giovedì 14 novembre alle ore 17.30 con Venturino Lazzaro, direttore del centro clinico San Vitaliano che dialogherà con Amalia Bruni, scienziata di fama internazionale per essere stata tra le prime a scoprire il gene più diffuso dell’Alzheimer e Componente Terza Commissione Sanità, Attività sociali, culturali e formative, sul tema - L'inadeguatezza degli strumenti attualmente utilizzati per promuovere la cultura dell'accettazione del disturbo mentale. Un dibattito aperto ai contributi e alle riflessioni di chiunque, a vario titolo, vorrà partecipare.
LA MOSTRA
Il medico umanista Franco Basaglia formula a Butturini una richiesta ben precisa: raccontare come si stava sviluppando, dopo la chiusura del manicomio triestino, l’innovativa e straordinaria pratica di liberazione, integrazione e restituzione della dignità degli ex degenti che, per lunghi anni, e fino a pochissimo tempo prima, erano stati rinchiusi in strutture segregative.
L’opera di Gian Butturini sfruttando la forza comunicativa delle immagini riesce a dimostrare come la “sfida basagliana” tenti con speranza, tenacia, e anche fantasia, una reale presa in carico della sofferenza psichica delle persone, senza isolarle in nuovi ghetti, magari più eleganti e ben tenuti.
L’esposizione dedicata a Gian Butturini che sarà visitabile fino al 22 novembre rientra nella più ampia rassegna “Le grandi mostre della fotografia dell’umano”: una necessità e una scelta di campo affrontare tematiche sociali come la guerra, le migrazioni, povertà e suicidi nelle carceri.
INFO UTILI
La mostra, curata dall’Associazione Gian Butturini in collaborazione con l’Archivio Basaglia, sarà visitabile gratuitamente fino al 22 novembre; da lunedì a venerdì dalle 16.30 alle 19.30; sabato e domenica solo su prenotazione scrivendo una mail a info@cinesud.it. Per le scuole, invece, è sufficiente prenotarsi per una visita guidata anche nelle ore mattutine.
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