di RITA TULELLI
Negli ultimi anni, i social media hanno profondamente modificato il modo in cui adolescenti e giovani interagiscono, condividono esperienze e si sfidano. Tra i contenuti più diffusi emergono le cosiddette “challenge”, ovvero sfide che spesso spingono i partecipanti a compiere azioni rischiose o potenzialmente pericolose. Questo fenomeno non riguarda solo il divertimento, ma ha implicazioni significative sulla sicurezza, sulla salute mentale e fisica dei giovani. Le challenge pericolose si manifestano in forme diverse. Alcune comportano azioni fisiche estreme, come saltare da altezze elevate, sottoporsi a prove di resistenza al dolore o ingerire sostanze non sicure. Altre hanno un impatto psicologico, mettendo a rischio l’equilibrio emotivo dei partecipanti attraverso la condivisione di contenuti imbarazzanti o l’imitazione di comportamenti violenti. Esistono anche sfide sociali pericolose, create per ottenere popolarità online a costo di trasgredire regole, leggi o norme sociali, come atti di vandalismo o furti ripresi in video. I rischi connessi a queste sfide sono concreti e spesso gravi. Sul piano fisico, possono verificarsi traumi, ferite, ustioni, avvelenamenti o, nei casi più estremi, la morte. Sul piano psicologico, la partecipazione a queste attività può provocare ansia, depressione, senso di colpa e una pressione sociale ancora più intensa. Anche le conseguenze sociali e legali non sono trascurabili, poiché comportano il coinvolgimento delle autorità, problemi scolastici o familiari e danni alla reputazione. Le ragioni per cui i giovani accettano queste sfide sono complesse. Molti cercano approvazione sociale attraverso “like” e commenti, percepiti come conferme immediate della propria autostima. La curiosità e la ricerca di adrenalina stimolano il cervello adolescenziale, ancora in fase di sviluppo, rendendo il pericolo meno percepito. Inoltre, il desiderio di appartenenza a un gruppo spinge spesso a imitare i pari e a superare i propri limiti, anche quando ciò comporta rischi significativi. Affrontare questo fenomeno richiede interventi su più livelli. È fondamentale promuovere l’educazione digitale e la sicurezza online, insegnando ai giovani a riconoscere i contenuti pericolosi e a valutare i rischi reali. Allo stesso tempo, il sostegno familiare e scolastico gioca un ruolo cruciale, favorendo il dialogo, l’ascolto e l’attenzione ai segnali di disagio. Campagne di sensibilizzazione mirate possono aiutare a comunicare in modo chiaro i rischi delle challenge, utilizzando un linguaggio vicino ai giovani. Infine, anche le piattaforme digitali hanno responsabilità nella prevenzione, attraverso il monitoraggio dei contenuti virali e la rimozione di sfide pericolose. Le challenge pericolose rappresentano quindi un fenomeno complesso, in cui curiosità, ricerca di popolarità e pressione dei pari possono portare a comportamenti rischiosi con conseguenze gravi. Affrontare il problema richiede la collaborazione tra famiglie, scuole, istituzioni e piattaforme digitali, con l’obiettivo di educare i giovani a un uso consapevole dei social e alla gestione dei rischi.
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