Tulelli: “Cyberbullismo e diffamazione online: strumenti legali per difendersi”

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Tulelli: “Cyberbullismo e diffamazione online: strumenti legali per difendersi”
Rita Tulelli
  20 agosto 2025 10:50

di RITA TULELLI

Viviamo in un’epoca in cui la nostra identità digitale ha un peso pari, se non superiore, a quella reale. Un commento offensivo, una foto diffamatoria o una campagna di insulti sui social possono minare la reputazione di una persona in modo profondo e duraturo. Il fenomeno del cyberbullismo e della diffamazione online non riguarda più soltanto adolescenti o personaggi pubblici: chiunque oggi può diventarne vittima, spesso senza accorgersene subito. Il primo passo per proteggersi è comprendere che il web non è un “non-luogo” privo di regole. Le stesse norme che valgono nella vita offline si applicano anche in rete. La diffamazione, ad esempio, è un reato previsto dal nostro codice penale e punito con sanzioni che possono arrivare fino alla reclusione. Nel caso di minori, il cyberbullismo è oggetto di una legge specifica (Legge n. 71/2017), che prevede la possibilità di richiedere la rimozione immediata dei contenuti lesivi e l’intervento delle autorità competenti. Chi subisce insulti, minacce o la diffusione di immagini senza consenso deve agire tempestivamente.

Banner

È fondamentale conservare le prove: screenshot, link, chat e qualsiasi elemento utile a ricostruire i fatti. Molti sottovalutano questo passaggio, ma in un eventuale procedimento giudiziario la documentazione raccolta può fare la differenza tra un’archiviazione e una condanna. Parallelamente, si può presentare una segnalazione alla piattaforma che ospita il contenuto offensivo, poiché molte società digitali hanno procedure interne per la rimozione. Tuttavia, la vera tutela passa attraverso la consapevolezza dei propri diritti. Rivolgersi a un avvocato non significa sempre intraprendere una causa, ma anche ricevere un orientamento su quale sia la strada più rapida ed efficace: una diffida formale, una denuncia, una richiesta di risarcimento o, nei casi più delicati, un percorso di mediazione. Per i genitori, inoltre, è importante sapere che la legge attribuisce loro la possibilità di intervenire in prima persona per proteggere i figli, evitando che episodi di bullismo online degenerino. Difendersi dal cyberbullismo e dalla diffamazione online non è solo una questione di giustizia personale, ma anche di responsabilità collettiva. Denunciare, segnalare e far valere i propri diritti contribuisce a creare una rete più sicura per tutti. Perché, se è vero che le parole possono ferire quanto e più dei gesti, è altrettanto vero che il diritto ci offre gli strumenti per trasformare la vulnerabilità in tutela.

Banner

 

Banner

 

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner