Tulelli: “Smartphone ai bambini? Ecco perché potrebbe essere un errore che li segna per sempre”

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images Tulelli: “Smartphone ai bambini? Ecco perché potrebbe essere un errore che li segna per sempre”
Rita Tulelli
  22 luglio 2025 12:47

di RITA TULELLI

Un regalo innocente, un gesto d’amore, un modo per farli sentire “grandi”. Ma dare uno smartphone a un bambino prima dei tredici anni potrebbe non essere un atto così innocuo come sembra. Anzi, potrebbe lasciare cicatrici profonde sulla salute mentale che si manifestano anni dopo, quando ormai è troppo tardi per tornare indietro. A lanciare l’allarme è un imponente studio globale condotto da Sapien Labs, che ha analizzato i dati di oltre 100.000 giovani tra i 18 e i 24 anni. I risultati sono inquietanti: chi ha avuto il primo smartphone a 12 anni o meno mostra una maggiore tendenza a pensieri suicidi, difficoltà nella gestione delle emozioni, aggressività, distacco dalla realtà e scarsa autostima. Un cocktail pericoloso che mina la costruzione di un’identità sana e relazioni stabili in età adulta. Il problema, spiegano i ricercatori, non è lo smartphone in sé ma l’accesso precoce a un mondo virtuale fatto di social network, notifiche continue e dinamiche tossiche che un bambino non ha ancora gli strumenti per affrontare. L’esposizione prolungata agli schermi può compromettere il sonno, aumentare il rischio di cyberbullismo e perfino alterare le dinamiche familiari, con effetti che si trascinano negli anni. Lo studio sottolinea un dato chiave: più giovane è l’età del primo smartphone, più basso è il punteggio di benessere mentale da adulti. E mentre molti genitori si concentrano su depressione e ansia, gli esperti avvertono che ci sono sintomi più subdoli, come il senso di vuoto, la perdita di motivazione e la fatica a gestire la realtà, che sfuggono agli screening tradizionali ma rappresentano ugualmente un rischio. Allora la domanda diventa inevitabile: davvero un bambino di dieci, undici anni ha bisogno di uno smartphone? O lo stiamo lanciando troppo presto in un mare digitale pieno di onde che non sa ancora affrontare? In un’epoca in cui i telefoni sembrano essere diventati la babysitter universale, forse dovremmo chiederci se il prezzo da pagare  in termini di salute mentale delle nuove generazioni  non sia troppo alto. Perché quando ci accorgeremo che non si trattava di un semplice “passatempo”, potrebbe essere già troppo tardi per salvare i nostri figli.

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