di ANTONELLA SCALZI
Un patrimonio naturalistico e ambientale che dal cielo lascia senza fiato. L’area di Giovino si tutela anche prendendo coscienza della sua bellezza. Ed è esattamente questo che ieri la città ha provato a fare attraverso il convegno voluto e organizzato dal sindaco, Sergio Abramo.
Le risorse del territorio e la sostenibilità ambientale sono state protagoniste di un seminario indetto alla Casa delle culture della Provincia di Catanzaro per progettare il futuro del capoluogo. Un confronto tecnico, certo, che ha tra gli altri coinvolto le tre università calabresi, gli architetti, i geologi, gli agronomi, gli esercenti e Legambiente, gli ingegneri e Confindustria, ma ha soprattutto liberato la mente verso quel concorso internazionale di idee che punta a delineare lo sviluppo ecosostenibile del capoluogo, Giovino in primis.
E concertazione è stata la parola chiave dell’intervento targato Sergio Abramo. «Meravigliosa area»: questa la sintesi che di Giovino ha voluto dare il primo cittadino. «Stop ai soliti villaggi turistici e alle seconde case perché - sono sue parole - nell’area marinara si può fare turismo preservando gli aspetti naturalistici». Avverrà ciò che, in pratica, è già avvenuto nell’area del Parco della biodiversità dove gli insediamenti furono bloccati e la natura ha vinto la sua sfida. Almeno queste sono le intenzioni di un sindaco che sta lavorando a «un progetto strategico che crei turismo, sia a lungo termine, fermi la cementificazione e sia esportato in tutta la Calabria».
Questa la strategia che Abramo vuole lanciare da Catanzaro puntando sul clima e sul cibo biologico convinto com’è che il mondo sta cambiando come dimostrano i dati che lui stesso ha snocciolato senza paura. L’entusiasmo per ciò che sarà l’ha fatto parlare di investimenti e trasporti senza timori. Poi un video che, tra descrizione e immagini, ha condensato idee e aspettative. Ed è esattamente questo che il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Giuseppe Soluri, ha chiesto agli intervenuti moderando un convegno indetto nella consapevolezza che non c’è più tempo. Servono paletti invalicabili da piantare più in fretta possibile per non correre il rischio di un ulteriore consumo di suolo che Catanzaro non può e non vuole più permettersi.
Per la svolta del capoluogo di regione serve ben altro e questa sorta di “giornate spot” che valorizzino tutto il lavoro che c’è a monte servono a tenere alta l’attenzione su un tema, quello dello sviluppo turistico, che è tutt’altro che semplice. «Internet ha messo ogni scelta in mano al mercato e al turista. Capire le motivazioni che spingono qualcuno a voler andare in vacanza è la chiave di lettura». Ecco la ricetta portata a Catanzaro dall’esperto di programmazione e marketing turistico-territoriale di Confindustria Federturismo, Joseph Ejarque che non ha fatto sconti.
«Catanzaro non è nel mercato turistico. Ecco la verità nuda e cruda secondo la quale o si cambia o si muore. E il teatro del cambiamento può essere proprio Giovino, un’area che ha da spendere ancora la carta di una natura mozzafiato e incontaminata. Ma la bellezza, senza una strategia di fondo, non fa miracoli.
Concetti, questi, rimarcati tutti dai luminari delle tre università della regione che, forse più di altri, si sono sforzati di fare emergere quanto l’assenza di turismo sia imputabile soprattutto a un fattore culturale con Gino Crisci, il geologo che guida l’Unical, che ha parlato addirittura di «rivoluzione culturale». Darsi da fare a valorizzare ciò che di buono c’è senza altre cementificazioni. È da qui che Catanzaro vuole ripartire e Giovino sembra essere destinato ad aprire la partita.
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