Tutto pronto per la 22ª edizione del Festival d’Autunno: l’intervista ad Antonietta Santacroce

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images Tutto pronto per la 22ª edizione del Festival d’Autunno: l’intervista ad Antonietta Santacroce

  29 luglio 2025 10:53

di CARLO MIGNOLLI

“Il cambiamento è l’unica costante” - mai frase fu più vera per raccontare l’anima della 22ª edizione del Festival d’Autunno, diretto con passione, visione e rigore da Antonietta Santacroce. Un cartellone ricchissimo, 24 spettacoli, 10 prime nazionali, produzioni originali che spaziano dalla lirica al jazz, dal teatro alla danza contemporanea, segnano il percorso di un festival che da oltre vent’anni è diventato un punto di riferimento per la vita culturale di Catanzaro e un riferimento unico nel panorama nazionale.

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Con il tema “Cambiamenti”, la direttrice artistica e ideatrice del Festival ha intercettato le vibrazioni di un’epoca inquieta, restituendole al pubblico attraverso nuovi linguaggi e contaminazioni artistiche coraggiose. Dietro la cura di ogni titolo, la scelta delle location, l’equilibrio tra tradizione e sperimentazione, c’è una visione precisa: offrire cultura viva, accessibile e di qualità. IL PROGRAMMA

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Abbiamo intervistato Antonietta Santacroce alla vigilia della nuova edizione del Festival per farci raccontare ispirazioni, sfide e visioni. Ecco cosa ci ha detto.

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L’INTERVISTA

Iniziamo dal titolo di questa nuova edizione, CambiaMenti. Linguaggi senza tempo”. Da dove arriva l’ispirazione nella scelta di questo tema e in che modo si riflette nella programmazione artistica?

«È partito tutto dal dato di fatto che il mondo, in questo anno, è profondamente cambiato. Ci sono stati capovolgimenti importanti, sia dal punto di vista sociale che economico e inevitabilmente anche l’arte ne risente. “Cambiamenti” vuole proprio restituire, anche attraverso l’arte e lo spettacolo, un riscontro di tutto ciò che sta accadendo nel mondo. Lo facciamo attraverso l’utilizzo di nuovi linguaggi che si affiancano a quelli più tradizionali. Proprio per questo motivo abbiamo dato molto spazio alla danza, in particolare alla danza contemporanea, che più di altre arti ha la libertà di esprimere nuovi linguaggi e forme espressive attuali».

Quindi la contemporaneità è al centro della proposta artistica?

«Sì, la ricerca della contemporaneità è alla base delle dieci prime nazionali, molte delle quali sono produzioni originali del festival. In cartellone abbiamo spettacoli che spaziano dalla lirica alla danza, alla musica jazz e pop. Ad esempio, Cleopatra è un’opera lirica inedita che abbiamo commissionato noi: debutterà in prima nazionale assoluta. In Italia è molto difficile creare nuove opere liriche, quindi per noi è motivo di grande orgoglio. Poi ci sono altre produzioni, come Carmen Jazz Fantasy, in scena già durante la Summer Edition. Nel 150° anniversario della morte di Bizet, riproponiamo la sua Carmen in una versione jazz contemporanea. Accanto a questi titoli abbiamo anche proposte più popolari, come I Tre Moschettieri - Il Musical, con le musiche di Giò Di Tonno e lo stesso cast di Notre-Dame de Paris. E poi Giorgio Panariello con il suo nuovo spettacolo, e Romeo e Giulietta, un grande titolo del balletto che per la prima volta arriva a Catanzaro».

Speciale anche la partecipazione di Paolo Fresu

«Sì, con un progetto importantissimo: Heroes - Omaggio a David Bowie, in cui rielabora in chiave jazz l’album Heroes. Sul palco con il suo quintetto ci sarà anche la voce di Petra Magoni. Poi abbiamo uno spettacolo davvero originale con Mauro Repetto degli 883: Alla ricerca dell’Uomo Ragno. Quindi un giusto mix tra proposte popolari e culturali, con una ricerca culturale e un’originalità che ci rendono unici nel panorama nazionale».

La XXII edizione si presenta quindi con ben 24 spettacoli e 10 prime nazionali: un traguardo ambizioso. Come si costruisce un cartellone così ricco mantenendo coerenza, qualità e pluralità?

«Un elemento decisivo è stato il bando triennale pubblicato lo scorso anno dalla Regione, che abbiamo vinto. La triennalità ci ha consentito di progettare con tranquillità e di sviluppare e ideare le opere prime che vedete in cartellone. È stato fondamentale, perché organizzare e produrre spettacoli, soprattutto se complessi come un’opera lirica, richiede tempo e risorse. Ma la nostra originalità non si limita alla musica: anche nel teatro e nella danza abbiamo produzioni uniche. Ad esempio Medea di Heiner Müller, rielaborata da Agata Tomsic, attrice di rilievo nel teatro contemporaneo. Per la danza, abbiamo Smile della Ocram Dance, preceduto da una lezione aperta di contemporaneo con Marco Laudani, coreografo di fama europea. E To My Skin della Cornelia Dance Company, che tratta il tema dell’ambiente: siamo un festival green, certificato Eco Events. Per questa produzione abbiamo coinvolto due coreografi internazionali: lo spagnolo Antonio Ruz e l’italiano Mauro De Candia. Sarà una prima nazionale assoluta».

E nella Summer Edition?

«Come ogni anno, chiudiamo la Summer Edition con un omaggio alla musica popolare. In passato abbiamo mescolato sonorità calabresi con quelle irlandesi, o con i suoni del Mediterraneo. Quest’anno presentiamo una produzione originale di Francesco Loccisano, etnomusicologo e virtuoso della chitarra battente, che ha riscoperto questo antico strumento simbolo della tradizione calabrese. Il suo progetto Cotrà è una contaminazione tra musica popolare, pop e jazz, che chiuderà la Summer Edition. Dal 6 al 21 agosto proponiamo spettacoli nei borghi più suggestivi della costa ionica, per valorizzare i luoghi e proporre opere costruite appositamente per quelle location. La Carmen Jazz Fantasy, ad esempio, sarà rappresentata nel Teatro di Squillace, all’interno delle mura e delle torri da cui si vedono scorci mozzafiato del Golfo. È una location meravigliosa, perfetta per questa produzione originale che fonde classico e contemporaneo».

In autunno invece il linguaggio del corpo e della danza sarà molto presente. Come va interpretata questa centralità della danza nel programma 2025?

«Sì, quest’anno abbiamo ben cinque spettacoli di danza a Catanzaro. Il primo è della Compagnia Artedanza, realtà calabrese molto ambiziosa, che si esibirà il 7 agosto alla Grangia di Montauro, location del Mille alla quale siamo molto legati. Presenteranno Over the Rainbow, un balletto contemporaneo pieno di suoni e colori, un vero inno alla positività. Poi Smile, al Museo Marca, per trasmettere ancora positività. Cosmos dell’Evolution Dance Theater è un altro spettacolo straordinario che unisce danza contemporanea, acrobatica, effetti speciali e giochi di laser: anche chi non ama la danza ne rimarrà affascinato. Tre anni fa abbiamo ospitato Blu Infinito della stessa compagnia e il pubblico è rimasto colpito. Ora portiamo Cosmos, ancora più imponente. Quindi Romeo e Giulietta, danza classica, e le produzioni contemporanee To My Skin e Smile. Un vero caleidoscopio di possibilità per offrire una panoramica a 360 gradi sulla danza contemporanea».

Tutto questo anche per allargare il pubblico?

«Assolutamente si. In Calabria si dà tradizionalmente poco spazio alla danza. Noi vogliamo colmare questa lacuna e coinvolgere non solo il pubblico calabrese ma anche quello delle regioni vicine, con spettacoli unici che si possono vedere solo da noi».

Il sindaco di Catanzaro Fiorita ha definito il Festival un “motore culturale e identitario” per la città. Sente di aver contribuito, attraverso l’arte, a ridefinire anche l’immagine di Catanzaro e del suo ruolo culturale nel Sud Italia?

«Credo che il sindaco abbia semplicemente evidenziato un dato di fatto. Il Festival si svolge da 22 anni a Catanzaro. Siamo partiti dalla musica in tutte le sue declinazioni, poi abbiamo incluso danza e teatro. Abbiamo aggiunto la sezione estiva nelle location più suggestive della costa, ma il nucleo centrale è sempre stato Catanzaro. Il Festival non si limita a promuovere eventi, ma li crea, partendo anche dalla cultura del territorio. Lo scorso anno, ad esempio, abbiamo dato spazio all’arte della seta, che appartiene alla storia di Catanzaro».

Il Festival d’Autunno ha anche una forte attenzione alla formazione

«Sì, teniamo moltissimo alla formazione del pubblico. Sul nostro sito si possono trovare molte attività educative: guide all’ascolto prima degli spettacoli, incontri, masterclass con artisti, una sezione dedicata alle scuole. Quest’anno, ad esempio, metteremo in scena Favole di sabbia, con scenografie realizzate con la sand art, e anche Pierino e il lupo. Cerchiamo di coinvolgere i giovani, di avvicinarli al contemporaneo, agli artisti e ai nuovi linguaggi, per dare loro strumenti per una fruizione più consapevole. Vogliamo innalzare il livello culturale del pubblico, non solo intrattenere».

Lei coordina direzione artistica, produzione, relazioni istituzionali. Come riesce a tenere insieme tutto questo con la stessa passione da 22 anni? Cosa le dà la spinta per continuare?

«È sicuramente faticoso e richiede molta energia. Ma nel tempo abbiamo creato professionalità che prima non c’erano. Una delle cose più belle del Festival è l’armonia interna allo staff. È un gruppo coeso: nessuno è mai stato lasciato indietro. Alcuni collaboratori sono con noi dal 2003. L’entusiasmo si è alimentato con i risultati e il nostro cartellone è frutto di ideazione e creazione: proponiamo qualcosa di originale, che non è “di giro”. Molti spettacoli fanno il tour di tutte le piazze, invece noi scegliamo di offrire l’esclusiva per la Calabria. Chi viene al Festival d’Autunno sa che vedrà qualcosa che non troverà altrove. Abbiamo una programmazione sempre diversa, ogni anno un tema, ogni anno qualcosa di nuovo. Per questo abbiamo l’abbonamento Gold, che consente una grande riduzione per seguire tutto il cartellone, e da quest’anno anche pacchetti dedicati: solo danza, solo lirica, solo teatro, o solo spettacoli popolari. Una grande differenziazione, non solo nella proposta artistica ma anche in quella del botteghino».

 

 

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