di SALVATORE ROTUNDO
Ormai è chiaro… della Calabria non interessa niente a nessuno.
Non interessa ai partiti/movimenti politici che la considerano di scarsa rilevanza, sia perché con i soli 31 parlamentari (21 deputati e 10 senatori) rappresenta un misero 3% delle Camere e sia perché negli anni non è riuscita ad esprimere una classe politica autorevole che fosse in grado, oltre che di sedere sugli scranni, di tutelare gli interessi ed i bisogni di un territorio e della popolazione.
Il balletto di nomi sul candidato governatore alla Regione, a cui continuiamo ad assistere da giorni, dimostra, in maniera evidente ed inequivocabile, un totale disinteresse ed una completa mancanza di considerazione di tutti i cittadini calabresi. Le scelte vengono fatte nei salotti romani senza coinvolgere né i nostri rappresentanti e né tantomeno il territorio. Non tenendo assolutamente conto che, invece, proprio per la situazione disastrosa in cui ci troviamo, sarebbe opportuno ed indispensabile riuscire ad individuare una figura rappresentativa esemplare che sia dotata di grandi capacità e competenze per riuscire a riportare la nostra Regione, con mille problemi e difficoltà, sulla giusta strada.
Non interessa ai nostri politici che, inspiegabilmente, non riescono a coalizzarsi nell’interesse di quella terra che li ha votati e per la quale, invece, dovrebbero adoperarsi con impegno per fare in modo che il consenso ricevuto possa essere tramutato in azioni concrete, con l’unico obiettivo di favorire la crescita e lo sviluppo di tutto il territorio.
Non interessa, infine, a noi cittadini che, con il nostro approccio passivo e svogliato, ci accontentiamo di quel poco che abbiamo senza avere la capacità di aspirare e pretendere di meglio, salvo poi lamentarci che le cose vanno male e maledire tutto e tutti, compresa quella terra che ha l’unica colpa di averci dato i natali e dalla quale vogliamo solo scappare per sempre.
Tutto questo disinteresse lo paghiamo ogni giorno sulla nostra pelle con una sanità che non funziona, con i treni che non esistono, con le scuole vuote, con i ragazzi che partono, con le strade distrutte e con i paesi e le città deserte. Ed allora? Allora è urgente e doveroso cambiare “rotta”, evitando di sperare sempre nell’aiuto degli altri e rimboccandosi le maniche per cercare di dirigere la Calabria verso l’orizzonte della normalità.
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