Uccisa e data in pasto ai maiali: al via il processo a Catanzaro

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Il Tribunale di Catanzaro
  14 marzo 2024 14:35

Al via a Catanzaro, dinanzi alla Corte d’Assise, il processo sull’omicidio di Maria Chindamo, la commercialista e imprenditrice rapita dinanzi al cancello della sua tenuta agricola a Limbadi (Vibo Valentia) il 6 maggio 2016 e poi uccisa e, secondo l’accusa, data in pasto ai maiali. Sul banco degli imputati, nell’ambito dell’operazione Maestrale-Carthago della Dda di Catanzaro, c’è Salvatore Ascone, 57 anni, di Limbadi.

Alla prima udienza assiste anche il fratello di Maria Chindamo, Vincenzo, che si è soffermato con i cronisti sostenendo parlando di “giornata importante che attendevamo da tantissimo tempo e devo dire che abbiamo creduto sempre che prima o poi si arrivasse a all’inizio di un percorso giudiziario”. Vincenzo Chindamo ha poi aggiunto: “Non siamo stati mai fermi, abbiamo sempre collaborato con la giustizia raccontando le cose che conoscevamo della vita di Maria e le cose che abbiamo conosciuto dopo la scomparsa di Maria. Abbiamo trovato sempre una procura con le porte aperte, una procura pronta ad accoglierci, ad ascoltarci, anche nei momenti un po’ più difficili, quando non avevamo notizie, quando non sapevamo niente”.

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Dal canto suo, il legale della famiglia, Nicodemo Gentile, ha dichiarato: “Siamo oggi in un processo arrivato grazie alla tenacia e la forza di Vincenzo Chindamo e della sua famiglia. Noi abbiamo supportato la sua azione e c’è tanta speranza e voglia di capire.  C’è una grande assente che è mamma Pina e io la voglio ricordare perché questo è anche il suo processo. Una donna che è un monumento di forza e coraggio e noi dobbiamo anche a lei questo momento. Si parte verso la verità e la giustizia. È evidente - ha concluso - che quella di Maria non è una ferita solo della famiglia Chindamo ma anche di un’intera comunità”. 

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