Un ergastolo e due condanne a 30 e 27 anni di reclusione sono stati inflitti dalla Corte d’assise di Catanzaro a tre persone accusate dell'omicidio di Rosario e Salvatore Manfreda, padre e figlio, di 69 e 35 anni, avvenuto a Mesoraca, nel Crotonese, nell'aprile del 2019.
In particolare, la Corte d’assise, presieduta da Alessandro Bravin, ha disposto il carcere a vita per Pasquale Buonvicino, di 55 anni; la condanna a 30 anni per Salvatore Emanuel Buonvicino, di 23 anni, e a 27 anni per Pietro Lavigna, di 53. Erano tutti accusati di duplice omicidio e occultamento di cadavere.
L'omicidio, che il procuratore della repubblica di Crotone, Giuseppe Capoccia, definì “in stile mafioso per motivi banali”, risale al 21 aprile 2019, giorno di Pasqua, quando padre e figlio - dopo aver dato da mangiare agli animali nell’azienda agricola che possedevano a Mesoraca – non erano più tornati a casa.
Dopo due mesi di indagini furono effettuati i fermi dei tre indagati e si scoprì che il duplice omicidio era avvenuto per una questione banale: lo sconfinamento di capi di bestiame nei terreni dei vicini e la contesa su un’eredità.
I tre imputati sono parenti delle due vittime. I cadaveri di padre e figlio furono ritrovati il 4 settembre 2019 in un burrone nelle campagne di Mesoraca. Servì l'esame del dna per avere certezza che fossero Rosario e Salvatore Manfreda. Nel corso del processo il sostituto procuratore di Crotone, Alessandro Rho, aveva chiesto tre ergastoli.
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