Totalmente annullata dal Tribunale della libertà la misura cautelare del carcere per Giuseppe Pannace, 30 anni, di San Gregorio D'Ippona. Difeso dagli avvocati Anselmo Torchia e Antonio Vitale, l'indagato torna libero a pochi giorni dall'arresto (LEGGI QUI).
Pannace è ritenuto l'esecutore materiale dell'omicidio di Carmelo Polito, ucciso l’1 marzo del 2011 a San Gregorio d’Ippona (Vibo Valentia) mentre passeggiava per le vie del centro in compagnia del figlioletto di 6 anni. Per lo stesso episodio, la Dda guidata da Nicola Gratteri ha chiesto e ottenuto l'arresto per Pannace e per Rosario Fiorillo, membro della presunta cosca di 'ndrangheta denominata dei Piscopisani.
In particolare l'avvocato Anselmo Torchia, in una lunga discussione innanzi al TdL, aveva evidenziato l'inattendibilità e non la credibilità dei collaboratori di giustizia Andrea Mantella, Raffaele Moscato e Bartolomeo Arena.
Torchia ha insistito su alcuni punti: inattendibilità dei fotogrammi provenienti dalla video sorveglianza che ritraeva l'omicidio Polito mentre camminava accanto al bambino suo figlio; l'inutilizzabilità delle intercettazioni ambientali ai sensi di una recentissima sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione; infine, il legale ha stigmatizzato l'attività deontologicamente poco corretta dell'Ufficio di Procura che aveva omesso di sottoporre al Gip che ha emesso l'ordinanza cautelare alcune sentenze passate in giudicato, tra cui la sentenza con cui Francesco Pannace è stato condannato dalla Corte d'assise d'Appello a 30 anni per l'omicidio di Giuseppe Prostamo e che conterrebbe elementi investigativi essenziali (ed.cor).
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