Ufficio svuotato e Spirlì conferma l'addio di Bevere: il dg col super stipendio ma senza risultati

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  20 marzo 2021 18:43

di GABRIELE RUBINO

Ufficio svuotato un paio di giorni fa e la questione che fa brevemente capolino anche nell'ultima riunione dell'Unità di Crisi regionale. Francesco Bevere ha rassegnato le dimissioni da direttore generale del dipartimento Tutela della Salute. Una voce che si rincorre da settimane e che è stata confermata nel corso della seduta di ieri largamente dedicata ai vaccini. E' stato lo stesso presidente facente funzioni Nino Spirlì a comunicarlo ieri ai commissari straordinari di Asp e aziende ospedaliere che hanno partecipato alla riunione. Formalmente l'ultimo giorno è il 31 marzo, ma Bevere è già lontano dalla Calabria. 

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Una conferma implicita era arrivata due giorni addietro, quando la segreteria di Bevere è stata intravista recuperare negli uffici del terzo piano della Cittadella gli ultimi effetti personali dell'ex presidente di Agenas. In questo momento il dipartimento è guidato dal vicario Giacomino Brancati. Funzioni svolte appunto in assenza del direttore generale. Teoricamente dovrebbe essere la Giunta comunque a investire formalmente un 'reggente'. 

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Bevere, assieme all'ex segretario generale Maurizio Borgo (volato alla corte di De Luca), era stato scelto personalmente da Jole Santelli. In entrambi i casi la fama di super-manager si è sciolta di fronte all'inconsistenza dei risultati. Eppure, per il dg arrivato in Calabria dopo la 'cacciata' di Roberto Speranza da Agenas era stato previsto un sostanzioso bonus da 45 mila euro che lo rende(va) il più pagato in Regione. Oltre 180 mila euro annui. Difficile trovare in altre regioni italiane (al netto della complicanza della sanità calabrese ormai da undici anni sottoposta al commissariamento governativo) un direttore generale del dipartimento Tutela della Salute che sostanzialmente si è 'scansato' dalla gestione del Covid-19, prima affidata al delegato Antonio Belcastro e poi all'Unità di Crisi di cui non ha fatto parte. Come se in questa fase si potesse pianificare la sanità, accantonando la pandemia in atto.

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Si è concentrato sulla riorganizzazione del dipartimento? In audizione in commissione alla Camera per la conversione in legge del Decreto Calabria bis aveva detto che servivano oltre cento nuove unità per renderlo pienamente funzionate. Dopo riunioni con i dg degli altri dipartimenti l'asticella è stata fissata a 128. Ne sono arrivate soltanto 5. Numeri che parlano chiaro, così come il Dca di Longo con cui, a causa delle carenze di personale, si dovrà ricorrere all'acquisto di servizi esterni per il "rilascio di autorizzazioni e accreditamenti, alle procedure di acquisizione e distribuzione dei farmaci ed alla elaborazione e verifica dei dati relativi ai flussi informativi sanitari obbligatori". Cioè funzioni che dovrebbero essere 'ordinarie' di un normale assessorato della Sanità. Dopo nove mesi targati Bevere il dipartimento non è stato certo rinforzato e ancora regna il caos nei rapporti con gli enti. Il super-manager non ha lasciato nessun segno di miglioramento nella sanità calabrese, però è stato profumatamente pagato.     

 

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