Con questa puntata si conclude il viaggio della Nuova Calabria nel complesso pianeta della sanità calabrese. Un lungo viaggio guidato dal dott. Lino Puzzonia, ematologo di lunga esperienza e politico. Puzzonia non ha soltanto ripercorso un lungo tragitto della storia del nostro sistema sanità ma avvalendosi delle sue competenze e da studioso ha tracciato possibili linee programmatiche sulle quali chi oggi ha in mano il “pallino” della sanità (la politica) possa realizzare una riforma di sistema ampia, aderente ai reali bisogni della gente calabrese. In tanti casi anche per mettere fine al “pellegrinaggio” di chi soffre verso altre realtà geografiche. Questo viaggio del dott. Lino Puzzoni per la Nuova Calabria è un documento di valore. Un autentico contributo sociale. Mi corre l’obbligo di ringraziarlo e ringraziare quanti hanno ritenuto l’inchiesta un servizio alla collettività calabrese. (enzo cosentino)
di Lino Puzzonia
“In queste settimane ho cercato, con la conoscenza dei fatti e delle problematiche, maturata in circa mezzo secolo di impegno in sanità anche dal punto di vista politico, di rendere l’opinione pubblica calabrese più consapevole di alcune cose.
Innanzitutto che la nostra carta costituzionale considera la difesa e il ripristino dello stato di salute come un interesse collettivo prima ancora che come un evidente interesse individuale.
Vi è di più: la difesa e il ripristino dello stato di salute sono andati configurandosi in Europa, nel corso di poco meno di due secoli, come un diritto in qualche modo naturale.
È per questo che, senza alcuna ambizione di storico, di ideologo, di scienziato e nemmeno di programmatore politico, ho cercato di delineare, un approccio in qualche modo storico, ideale, scientifico e politico di come tale diritto naturale sia andato affermandosi in Europa.
Credo che queste conoscenze possano essere utili a tutti, e specialmente ai più giovani, che perlopiù le ignorano, per comprendere che la salute, come la libertà, è cosa da difendere ogni giorno.
Ho poi delineato come l’Italia, partita in ritardo, sia stata capace, in era repubblicana, di elaborare un sistema assolutamente d’avanguardia in Europa e nel mondo.
Questo sistema, il SSN, si è dovuto nel tempo adattare a una serie di compatibilità economiche che dovevano “fare i conti” con le risorse del paese.
E vengo alla Calabria. I calabresi, o meglio, la politica calabrese, non ha saputo cogliere nei tempi giusti le novità in questo settore a partire dagli anni settanta, prima un po’ per intempestività in seguito per opportunità politica ed elettoralistica.
Una serie di fragilità si sono abbattute sulla Calabria consentendo al Centro- Nord di esercitare una sorta di colonialismo che si è estrinsecato, con diverse metodiche, nel corso dei decenni.
Questo ha fatto sì che quel diritto fondamentale non potesse essere esercitato da tutti nello stesso modo.
Il problema fondamentale è stato costituito dalla incapacità della politica calabrese di elaborare un sistema sanitario e di aver continuato a “navigare a vista” per diversi decenni.
Le responsabilità vanno a tutti, tanto più grandi quanto più sono stati al potere.
Ho allora voluto, ammetto con non poca ambizione, cercare di dire ai calabresi cosa era giusto aspettarsi per fruire di quel diritto, addentrandomi nel dettaglio perché non basta dire ” fare una nuova politica del territorio” o” creare una nuova rete ospedaliera” se non lo si esplicita in maniera che tutti possano capire.
Ho fatto allora quella che chiamo una proposta-manifesto che non è evidentemente un Piano sanitario regionale ma soltanto una indicazione della linea su cui muoversi.
E, veniamo qui, alla compatibilità economica di quanto sono andato via via proponendo.
Bisogna partire dalla spesa sanitaria di questo paese. L’Italia spende per la sanità metà della Germania e circa il 30% in meno della Francia e della Gran Bretagna.
È troppo poco!
In Calabria tale troppo carente spesa è ancora falcidiata dai meccanismi che, nelle scorse settimane, ho cercato di illustrare e una loro correzione porterebbe, per quanto riguarda il reperimento delle risorse, paradossalmente, a una condizione più facile in Calabria che altrove.
Allora cerchiamo di esaminare le compatibilità economiche del sistema che ho cercato, a grandi linee, di delineare.
La rete ospedaliera, come proposta, è in gran parte già perfettamente finanziata, si tratta solo di riuscire a superare le pastoie burocratiche che in Calabria fanno triplicare i costi di ogni impresa e prolungano indefinitamente i tempi.
Per quanto riguarda le strutture territoriali si tratta di utilizzare sapientemente i fondi del PNRR.
L’obiezione di qualcuno consiste nel fatto che, realizzate le strutture, ospedaliere e territoriali, non si trovi il personale per farle funzionare.
Questo apre una nuova problematica, questa volta nazionale. Il 2023 e il 2024 rappresentano gli anni critici per la disponibilità di medici. Il problema sarà tuttavia superato nel corso dei prossimi anni tanto più che, già da quest’anno, sono state aumentate tutte le disponibilità di posti nelle Facoltà di medicina attuali, nelle Scuole di specializzazione e nei Corsi regionali di Medicina generale.
Si tratta allora di avere una visione di respiro più ampio che non punti, ancora una volta demagogicamente, all’apparente soluzione immediata ma che punti invece ad una soluzione nel medio termine ma con prospettive che siano chiare a tutti i comuni cittadini e che procedano celermente.
Le prospettive purtroppo non sono per niente buone.
Gli ultimi anni hanno visto, in termini di potere d’acquisto, una progressiva diminuzione del Fondo sanitario nazionale che sale leggermente in valori assoluti ma è eroso dall’inflazione.
Questo ha comportato, specialmente, contratti poco soddisfacenti per gli operatori sanitari (medici e infermieri in primo luogo) che hanno scoperto di potersi aggregare in nuclei di offerta di servizi piuttosto che come dipendenti ma con costi inevitabilmente maggior o con una conseguente minore disponibilità.
Anche nella prossima legge di stabilità la politica sembra disinteressarsi del problema e si delinea una ulteriore penalizzazione della sanità.
Gli italiani, ma i calabresi per primi, devono comprendere che la liquidazione della sanità pubblica rischia di essere il primo passo verso la liquidazione della democrazia in questo paese.
Appartengo a una generazione fortunata che non ha vissuto la guerra, che ha invece vissuto prima il progresso democratico, poi quello economico e infine quello civile.
So di consegnare alle generazioni future un paese meno bello di quello che ho vissuto. Per questo, se mi consentite, ho cercato di trasmettere alcune cose nella speranza che possano servire. Si conclude qui il viaggio che la Nuova Calabria ed il suo Direttore mi hanno permesso di svolgere per tutta l'estate e che ringrazio per la disponibilità. Spero di non aver annoiato nessuno”
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736