Dopo una stagione di appelli avanzati dal corpo studentesco, l’Ateneo catanzarese ha predisposto un piano per l’A.A. 2020/2021 che ha spaccato gli studenti. E i ragazzi di ARTÙ non ci stanno.
"Sono tempi duri per il nostro paese - si legge in una nota - alla necessità di far ripartire le attività produttive si contrappone il bisogno di tutelare la salute pubblica. L’università anche necessita di ripartire con le consuete attività di formazione degli studenti che affollano gli atenei italiani. Durante la Fase 1 ci si è scontrati con la fatica delle lezioni online, con la fuga dalle dimore fuorisede e l’agrodolce laurea in videoconferenza. Ora nella fase 2 i ragazzi vedono i negozi aperti, le partite di calcio in TV, le discoteche affollate e dicono “anche noi vogliamo ricominciare”.
"In tutta Italia gli atenei hanno predisposto piani efficaci per la riapertura delle attività, eccetto - denunciano - l’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro, che negli scorsi giorni ha reso noto il piano per la riapertura delle attività in occasione del nuovo anno accademico. “Lezioni in presenza solo per i primi anni”, ergo tutti ancora a casa con lezioni ed esami online".
"A partire da maggio e per tutta la stagione estiva l’Associazione Universitaria “ARTÙ” si è fatta promotrice - rivendicano -della volontà degli studenti di poter riprendere le consuete attività con diverse istanze circa la riapertura delle Residenze Universitarie, gli esami in presenza per la sessione estiva e le lauree di Luglio in ateneo. Tutte rimaste lettera morta da parte del Rettore che il più delle volte non ha neanche risposto alla richiesta".
"Ai primi di agosto si presenta questa situazione - sottolineano - le matricole dovranno iscriversi usando il solito portale Esse3 ma dovendo allegare in formato digitale la domanda cartacea da consegnare in segreteria e successivamente stamparla e spedirla per mezzo postale, il nuovo bando per le Borse di Studio non ha tenuto conto della difficoltà degli studenti si proseguire la loro carriera telematicamente anzi, ha aumentato il numero di crediti richiesti per poter entrare in graduatoria, le Residenze Universitarie restano chiuse nonostante ANDISU abbia dichiarato che si possono riaprire e il tutto a fronte di un regolamento tasse rimasto sostanzialmente invariato nonostante gli scarsi servizi offerti".
"In un momento come questo è evidente - aggiungono - come per gli studenti sia importante poter contare sull’istruzione senza doversi spostare troppo (magari rischiando di rimanere bloccati in casi di lockdown), dunque l’UMG dovrebbe cogliere l’occasione per meglio accogliere gli studenti calabresi, cosa che al momento non sta facendo. Basterebbe guardare all’esempio del vicinissimo ateneo di Messina, il quale ha già predisposto la possibilità di fare esami e lauree in presenza, dando semplicemente la possibilità agli studenti di scegliere come sostenere le prove e sempre nel rispetto delle norme di contenimento del virus Sars-Cov-2".
"Quello che chiediamo al rettore e alla Fondazione UMG è che si predisponga il prima possibile un piano reale ed efficace di ripresa delle attività nel campus, poiché gli strumenti ci sono e soprattutto sono finanziati dalle tasse degli studenti che, ora più che mai, chiedono che ai loro sforzi economici corrisponda - concludono - un’istruzione di qualità".
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