"Un anno dallo scempio dell'Oasi di Squillace, ma tutto tace": la denuncia dell'OPAT

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  28 novembre 2025 21:47

"E’ trascorso più di un mese, da quando abbiamo promosso l’interrogazione ufficiale presentata dall’ex sindaco di Squillace, Pasquale Muccari all’attuale amministrazione comunale vigente, in merito all’abuso perpetrato nella riserva Scolacium ZSC.
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Ma non abbiamo ottenuto ancora nessuna risposta ufficiale dall’attuale sindaco in carica, nonostante avessimo creato una petizione che aveva raggiunto quasi 3.700 aderenti in pochissimo tempo.
E’ molto avvilente constatare che proprio in questi giorni, sia trascorso esattamente un anno, da quando abbiamo scoperto gli abusi ai danni del patrimonio boschivo e faunistico nell’area protetta. All’epoca, in seguito a denunce di privati e di associazioni fu attuato il sequestro penale dell’improvvisato cantiere boschivo della ditta di Mascagni Francesco in piena riserva naturalistica protetta. Dalle carte rinvenute il committente del lavoro fu la ditta “Lucifero Francesco”, che già nel 2006 aveva cercato di stipulare accordi con l’amministrazione comunale di Squillace per ottenere la lottizzazione (proprio di quel terreno) di 120.00 metri quadri per la destinazione urbanistica D2 “Servizi Turistici-Villagi turistici-Alberghi-ristoranti e simili...Attraverso lavoro di analisi e indagini accurate, è emerso ad oggi, che la ditta appaltante di Lucifero Francesco, non sia nuova al “vizietto” di deforestazioni abusive in quella zona (rimasti tutti misteriosamente impuniti…), proprio per i suddetti interessi edilizi manifestati senza pudore alcuno…Nel 2019 infatti, risultano due denunce a seguito “di mirate attività di polizia ambientale nel sito di importanza comunitaria “Oasi di Scolacium” a cavallo tra i comuni di Borgia e di Squillace in Località Governatore, la stazione Carabinieri forestale di Tiriolo, con la collaborazione della polizia municipale di Borgia, ha accertato che erano state tagliate o capitozzate abusivamente piante di eucalipto ed estirpate numerose piante di palma, su una superficie boscata estesa circa 2300 metri quadrati…” . “ …Constatata la mancanza delle autorizzazioni preventive necessarie e della procedura di valutazione d’incidenza ambientale, i responsabili, il rappresentante della società che gestisce l’area e il rappresentante della ditta boschiva che ha eseguito i lavori, sono stati deferiti alla competente Autorità giudiziaria per distruzione e deterioramento di un habitat all'interno di un sito protetto e per violazione della normativa paesaggistico-ambientale, e tutta l’area e’ stata sequestrata…”
Crediamo quindi sia arrivato il momento di prendere seria posizione contro chi attenta senza alcuna remora, al patrimonio collettivo e protetto, se non avremo una risposta coerente, celere e risolutiva, porteremo il caso all’attenzione che merita. E’ arrivato il momento che siano pagati adesso i danni che i committenti di questi scempi ambientali continui, ripetuti e ostentati con anacronistica protervia e che gli equilibri tanto delicati presenti nella zona, siano ristabiliti prontamente. Se ci sono evidenti e riconosciute violazioni, se le modalità dei committenti sono a quanto pare, ben note alle forze dell’ordine e se l’attività predatoria appare reiterarsi sempre nelle medesime modalità, ci chiediamo cosa abbia aspettato e cosa aspetti la magistratura per attuare le leggi vigenti. I privati, anche se blasonati, se occupano, deturpano, abusano e distruggono equilibri flori faunistici di OASI NATURALISTICHE protette e patrimoni della collettività, devono rimediare, attraverso gli strumenti preposti dalle leggi vigenti, com’è giusto che sia. Inoltre l’area fa parte della cosiddetta fascia frangivento, impiantata lungo tutta la fascia costiera ionica, a partire dagli anni ‘50, con i fondi pubblici e rimboschita con i cantieri forestali…non è e non è mai stata una riserva di caccia e legna privata, né un luogo utilizzabile per edificare resort. Chi ancora è convinto di questo e impone la sua egoistica e irragionevole visione di utilizzo di spazi comuni e protetti, deve solo aspettarsi di ricevere le conseguenze di queste sue errate e fallaci credenze".
E' quanto scrive, in una nota divulgata alla stampa, l'O.P.A.T. Osservatorio Permanente Ambiente e Territorio.


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