Un gruppo di associazioni: "Il Decreto Reggio sia modificato in Decreto Calabria, a beneficio di tutti i territori"

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images Un gruppo di associazioni: "Il Decreto Reggio sia modificato in Decreto Calabria, a beneficio di tutti i territori"

  16 luglio 2020 09:18

"A 50 anni esatti dall’inizio del regionalismo bisogna discutere seriamente sulla responsabilità e la solidarietà quali  elementi di sviluppo della nostra regione. Le risorse non sono sufficienti, si sa, e l’attuale crisi causata dalla pandemia ha aggravato la condizione già critica che da decenni infierisce sulla Calabria. Al di là di speculazioni politiche, sociologiche e filosofiche, la nostra amata terra – dal Pollino allo Stretto – ha bisogno di unirsi in una visione solidale che, mettendo assieme le specificità (vocazioni e talenti) di ogni territorio, guardi al proprio futuro con maggiore responsabilità rispetto a quanto finora fatto. Non c’è dubbio che ogni singola comunità debba innanzitutto rimboccarsi le maniche e produrre politiche e azioni adeguate senza aspettare soluzioni dall’alto; ma spesso tali azioni devono essere finanziate con i fondi provenienti da Roma. Non è un caso, infatti, che oltre 30 anni fa fu emanato un decreto-legge, il n. 166 del 1989 poi convertito nella legge n. 246 del 5 luglio 1989, allo scopo di intervenire sulla “straordinaria necessità e urgenza di adottare immediati provvedimenti volti al risanamento e allo sviluppo della città di Reggio Calabria”. Si tratta dell’ormai famoso “Decreto Reggio”, per l’appunto". E' quanto scrivono in una nota le associazioni Cara Catanzaro – Catanzaronelcuore – Centro studi politico-sociali don Francesco Caporale – Eu20 – Petrusinu ogni minestra – Venti da Sud

"Quella misura - proseguono-, costituita da un fondo di 600 miliardi delle vecchie lire, ha rappresentato un rubinetto costantemente aperto a Roma a favore della città dello Stretto, per risanarla e svilupparla mediante centinaia di milioni di euro. Purtroppo, e con nostro sommo dispiacere, dobbiamo registrare la non corrispondenza tra i fondi erogati e i risultati visibili. E la cosa ci duole profondamente, al di là di altre considerazioni su dove possano essere finiti questi soldoni. La cosa che invece diventa interessante per tutti i calabresi è la seguente: perché continuare a mantenere – dopo oltre un trentennio – una “discriminazione” così palese che benefica solo qualcuno e solo una città?".

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"Riteniamo sia condivisibile la nostra proposta, che qui presentiamo, con l’auspicio che la politica regionale la sponsorizzi sui tavoli romani: modificare il “Decreto Reggio” in “Decreto Calabria”, mantenendo la medesima dotazione finanziaria ma dirottandola a turno agli altri territori calabresi. Sarebbe un segnale di eccellenza oltre che di solidarietà, responsabilità e maturità. Per oltre 30 anni la sola Reggio ha potuto godere di così tanti soldi. Perché - si chiedono- non rendere partecipi tutti i territori della Calabria, soprattutto quelli svantaggiati?".

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"A partire dal prossimo anno tale intervento potrebbe invece essere spalmato su tutta la Calabria. Si tratta di stanziamenti già previsti, dunque non di richieste ex novo che andrebbero a far scervellare i consulenti ministeriali per trovare le risorse: è sufficiente utilizzare le risorse già previste dall’attuale “Decreto Reggio”, dunque già esistenti e messe ogni anno nel bilancio dello Stato, ma erogandole, secondo criteri di equità: un anno a Cosenza, un anno a Vibo, un anno a Crotone, un anno a Catanzaro. Nella turnazione potrebbe eventualmente anche essere mantenuta Reggio, nonostante questa città abbia già goduto  per 31 anni di tale bonus statale. Ma ora è il turno degli altri territori, i quali hanno pari esigenze di essere “risanati e sviluppati”.È una proposta di buon senso e di assoluta giustizia sociale - concludono-, che lanciamo alla classe politica e dirigente di tutta la Calabria, nella certezza che a Reggio – che è “la prima, la più grande, la più bella” della regione – condividano  una tale idea di solidarietà, di equità, di sviluppo. Per tutti, però".

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