Un gruppo di idonei della sanità tira dritto: "Da oggi non saremo più osservatori passivi e non subiremo in silenzio eventuali "forzature" di leggi o regolamenti"

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Un momento di protesta degli idonei della sanità
  03 maggio 2020 19:54

"Ci piace ricordare che chi oggi diffida l?AO Pugliese Ciaccio sono coloro che la stessa azienda ha tenuto, forse (o certamente?) anche con alcune forzature, per ben 48 mesi in servizio nonostante ci fosse una graduatoria dello stesso profilo che secondo le norme andava utilizzata anche per sostituirli." Ad affermarlo sono un gruppo di idonei della sanità calabrese, che tornano sul piede di guerra.

"Si, già a marzo 2019, i "colleghi" che hanno presentato la diffida dovevano essere licenziati per cedere il posto agli idonei.

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Infatti, il contratto che li prorogava, se non ricordiamo male, prevedeva il loro mantenimento in servizio fino alla pubblicazione della nostra graduatoria, come previsto da leggi nazionali.

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Grazie ad una tanica di benzina e approfittando della sensibilità e della grande umanità del generale Cotticelli, hanno ottenuto non solo un ulteriore proroga, ma addirittura sono stati assunti dal Mater Domini che ha utilizzato una graduatoria forse (o sicuramente?) già scaduta.

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Ci sarebbe tanto altro da scrivere, ma non vogliamo forzare per evitare ulteriori prosegui in altri "palazzi"", continuano gli idonei.

Ci corre l'obbligo di precisare che la nostra replica non vuole affatto impedire la loro assunzione, che già è garantita dalle diverse proroghe della ormai famosa legge Madia e dal recente piano del fabbisogno approvato dall'Azienda Ospedaliera Universitaria Mater Domini, ma vuole chiarire che da oggi non saremo più osservatori passivi e non subiremo in silenzio eventuali "forzature" di leggi o regolamenti.

Cogliamo anche l'occasione- è la conclusione degli idonei- per sollecitare tutte le Aziende Sanitarie e Ospedaliere a provvedere celermente alle assunzioni a tempo indeterminato degli idonei e dei precari aventi diritto, compresi i "colleghi" di cui sopra, ovviamente, nell'azienda ove prestano servizio, come la legge prescrive.

Confidiamo nella saggezza del generale Cotticelli e del commissario Zuccatelli, strenui difensori della legalità".

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