Un mondo al contrario

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Giovanna Bergantin
  10 gennaio 2022 21:20

Chiamatemi  inguaribile romantica e anche fuori tempo, se vi fa più piacere, ma vi assicuro che in alcuni giorni mi sembra di vivere a testa in giù su un albero, anzi, meglio, di veder correre il mondo  al contrario. Mi viene il magone solo a pensare quanti sacrifici e rinunce hanno fatto le nostre madri e i nostri padri per poterci mandare a scuola con la convinzione che attraverso la cultura il nostro sarebbe stato un domani migliore per tutti. Si per tutti, perché aver studiato significa essere liberi e portare avanti le proprie e altrui ragioni. Per questo, negli anni sessanta del secolo scorso, mio marito  racconta che per raggiungere la sua scuola  gli toccava percorrere a piedi la strada che da Campo Piale portava a Villa S. Giovanni. Andata e ritorno con la sacca addosso e la colazione appresso.


I libri e vocabolari che ancora arredano le nostre biblioteche si compravano con tanti sacrifici ed erano considerati beni preziosi per tutta la famiglia. Spesso si ereditavano o si passavano tra parenti più fortunati, cioè quelli che non avevano preso la via del lavoro dopo le elementari o le medie.

Per me la scuola era vicino casa, ma il tragitto con la cartella di cuoio era difficoltoso. La neve e la nebbia mi costringevano a percorrere faticosamente la strada che da casa portava a scuola. Con gli stivaletti di plastica colorata, mantella, cappello e guanti, camminare su una distesa di neve bianca era gravoso, ma anche spassosissimo. Storie diverse, ma con la stessa motivazione. Adesso, invece,  in un momento così difficile per tutti scopriamo che le scuole si vandalizzano, si saccheggiano i luoghi della cultura, quelli che bisognerebbe tener cari. Probabilmente in questi casi  c’è una corresponsabilità un po’ di tutti, nessuno è escluso. Aggiungiamo, poi, che la scuola di questi tempi è uno sfortunato campo di battaglia. A parole, tutti d’accordo, ma nei fatti è guerra di  tutti contro tutti.

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Di certo qualcosa non va, o per lo meno non funziona come dovrebbe, e di questo ne siamo tutti consapevoli. Senza prediche che non portano a nulla, quantomeno con tutta la forza della parola  dobbiamo lottare insieme per mantenere questo patrimonio che orgogliosamente ci hanno lasciato i nostri padri;  almeno  si fa qualcosa per difenderlo.

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Giovanna Bergantin

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