Un viaggio nella Catanzaro degli anni '50: presentato il libro che racconta la città del dopoguerra

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Da sinistra: Riccardo Colao, Gioacchino Concolino, Marcello Furriolo, Nicola Fiorita, Raffaele Nisticò
  30 novembre 2024 16:14

di IACOPO PARISI

"Catanzaro negli anni '50" è il titolo del volume che racconta la Catanzaro del dopoguerra attraverso immagini che immortalano vita, tradizioni e trasformazioni della città. Nel corso dell’incontro tenutosi nella sala della biblioteca “Filippo de Nobili” il moderatore  Raffaele Nisticò introduce il libro presentandolo non solo come un’opera fotografica, ma come un tuffo nella memoria collettiva, capace di emozionare e far riflettere. Un’opera non tascabile, ricca di fotografie e contesti accattivanti, che esplora una fase cruciale del capoluogo calabrese, capace di bilanciare il fascino della nostalgia con il necessario sguardo critico al passato. Prima di passare la parola agli autori dell'opera, Nisticò ha voluto ricordare come il ricco apparato iconografico del volume sia stato ricavato dall'archivio storico dell’allora molto famoso fotografo Benedetto Carlostella, oggi conservato dal figlio Massimo.

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Riccardo Colao, editore del libro, ha raccontato la complessa genesi dell’opera, realizzata selezionando meticolosamente tra 4.000 negativi storici. La qualità del volume è frutto di scelte ponderate: dalla stampa su carta di pregio, per valorizzare al meglio le immagini, fino alla tiratura limitata, pensata per rendere questo libro un vero e proprio “scrigno di ricordi” per Catanzaro. Colao ha sottolineato cosa lo spinge a realizzare opere simili, ovvero il desiderio di contribuire alla cultura catanzarese e di fornire ai giovani strumenti per conoscere e comprendere la storia della loro città. Ha anche espresso fiducia nel futuro di Catanzaro, ricordando l’orgoglio dei normanni che ha sempre contraddistinto la città e augurandosi una rinnovata passione civica.

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A seguire, Gioacchino Concolino, imprenditore e fotografo per passione, ha descritto il libro come una finestra sui ricordi della Catanzaro di metà Novecento. “Sfogliando queste immagini,” ha detto, “ho rivissuto il mio percorso da ragazzo a uomo.” Tra le istantanee citate, eventi storici come il Giro Vestristico dei Tre Mari o il Giro automobilistico delle Tre Calabrie, che trasformavano il centro storico in un palcoscenico vibrante, e tradizioni popolari come la Naca e la Festa dell’Uva, che ancora oggi evocano emozioni profonde. Concolino ha concluso con un richiamo al calcio, ricordando come l’US Catanzaro unisse generazioni e identità.

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Ha preso la parola anche il sindaco Nicola Fiorita, elogiando l’importanza del libro e riflettendo sulle trasformazioni della città. “L’epoca raccontata in questo volume,” ha osservato, “è forse una delle meno conosciute, ma non dobbiamo lasciarci sopraffare dalla nostalgia.” Ha citato i cambiamenti demografici, passando da una città che cresceva a una che oggi deve gestire la decrescita. “Se un tempo il problema era trovare abitazioni, oggi dobbiamo concentrarci sulla rigenerazione e la ricucitura urbana.” Ha poi accennato ai progetti in corso, tra cui la riapertura del Teatro Rossi e il recupero del centro storico, esortando i cittadini a guardare al futuro senza dimenticare il passato.

L’ex sindaco e coautore dell’opera Marcello Furriolo ha messo in luce il valore della fotografia come strumento di conoscenza e trasmissione della memoria. Ha ricordato il contributo di importanti fotografi locali, come i fratelli Scarpino, Saverio Toraldo e Benedetto Carlostella le cui immagini raccontano una Catanzaro sognante, a metà tra passato e futuro. Tra le foto più iconiche, Furriolo ha citato Ingrid Bergman affacciata al balcone dell’Albergo Moderno e il gol di Mammì alla Juventus, scatti che racchiudono momenti indimenticabili per la città. Furriolo ha inoltre riflettuto sul sentimento di nostalgia, definendolo ambivalente: un misto di perdita e spaesamento, ma anche una testimonianza di amore e fantasia. Ha esortato a non lasciare che il declino della città diventi un destino ineluttabile, sottolineando come opere come questa possano risvegliare l’orgoglio e la voglia di cambiamento.

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