Una città in silenzio illumina la notte: 24 anni dopo, la fiaccolata per le vittime del Camping “Le Giare”

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images Una città in silenzio illumina la notte: 24 anni dopo, la fiaccolata per le vittime del Camping “Le Giare”

  11 settembre 2024 10:15

di CARLO MIGNOLLI

Mario Boccalone, Ida Fabiano, Serafina Fabiano, Raffaele Gabriele, Paola Lanfranco, Iolanda Mancuso, Giuseppina Marsico, Franca Morelli, Rosario Russo, Antonio Sicilia, Salvatore Simone, Concetta Zinzi e Vinicio Caliò. Sono questi i nomi delle tredici vittime che il 10 settembre del 2000 persero tragicamente la vita nella tragedia del Camping “Le Giare” a Soverato.

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Ieri sera, martedì 10 settembre 2024, alle ore 21:00, la comunità di Catanzaro si è unita in un momento di raccoglimento per ricordare quei nomi e quelle vite spezzate ventiquattro anni fa. Un dolore che, pur affondando nel passato, resta indelebile nel cuore di chi ha vissuto quella terribile notte. Quest’anno, la memoria è stata celebrata con una fiaccolata, simbolo di luce e speranza, organizzata dalla Sezione Unitalsi di Catanzaro, insieme all'Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace e al Comune di Catanzaro, per rinnovare l’abbraccio della città a quei nomi che non devono essere dimenticati. La serata è stata accompagnata dalla musica del Conservatorio Tchaikovsky di Catanzaro.

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Il tragitto del corteo, partito dalla Terrazza "Sandro Pertini" del Complesso Monumentale San Giovanni, si è snodato attraverso il cuore della città, lungo Corso Mazzini, passando poi per Via Menniti Ippolito, Via Arcivescovado e Piazza Duomo fino a raggiungere la Chiesa del Rosario. Durante il cammino, le luci delle fiaccole, portate da un gran numero di cittadini, si sono alternate a momenti di silenzio e raccoglimento, creando un’atmosfera di commossa partecipazione.

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Un momento particolarmente toccante è stato offerto dal Mabos, il Museo d’arte del bosco della Sila, che ha voluto partecipare all’evento con un'azione simbolica di solidarietà: tredici rami di castagno, tanti quanti furono i morti in quella tragica notte, sono stati collocati lungo Corso Mazzini e colorati dai bambini del progetto “Sila Solidale”. Le tredici soste lungo il percorso, corrispondenti ai punti dove si trovavano i rami, hanno permesso ai familiari di condividere parole di ricordo e riflessione, in un gesto semplice ma carico di significato, che ha rappresentato la vita che continua, la speranza che resiste e la necessità di non dimenticare. Ogni pensiero letto sembrava trasformarsi in un filo invisibile che legava il presente al passato, mantenendo viva la memoria di quei tredici uomini e donne che persero la vita.

“Accanto al ricordo istituzionale, vissuto questa mattina nel luogo della tragedia, l’evento di stasera vuole fare memoria coinvolgendo maggiormente le persone, in particolare quelle più semplici, qui a Catanzaro, perché le vittime erano, in gran parte, cittadini di questa città”. Ha affermato l'arcivescovo di Catanzaro-Squillace mons. Claudio Maniago.

“Si tratta di un ricordo che non vuole solo rinnovare un dolore, - sottolinea - che certamente rimane, poiché sono state spazzate via delle vite, alcune anche molto fragili, ma al tempo stesso è il ricordo di chi ha offerto una testimonianza altissima, come coloro che hanno dato la propria vita per salvare quella degli altri. Sembrano gesti di altri tempi, ma in realtà sono azioni che ci edificano ancora oggi. Quindi, non è soltanto il ricordo di un dolore. Da una parte, è il ricordo di questi fratelli e sorelle che dobbiamo mantenere vivi nei nostri cuori, in quell’esperienza di fraternità che stavano vivendo, un’esperienza di gioioso stare insieme in modo inclusivo e che oggi cerchiamo di moltiplicare. Fare memoria di quel momento è fondamentale. Certo, la drammaticità di quell’evento ci impone di essere tutti, ognuno secondo le proprie responsabilità, un po’ più attenti e di prenderci cura del creato”.

“Questa fiaccolata, nel suo piccolo, vuole essere una testimonianza di persone, uomini e donne, che desiderano prendersi cura del creato. Spesso, infatti, questi disastri nascono dalla superficialità o, peggio, dalla violenza che noi stessi infliggiamo alla natura, e poi la natura presenta il conto in modo molto drammatico. L’iniziativa di oggi non è solo un atto di ricordo e di memoria per le vittime, ma anche di speranza”.

E sull’Unitalsi conclude: “Purtroppo, in quella tragedia hanno perso la vita tutti i membri della famiglia Unitalsi, sia chi viveva l’esperienza come disabile, sia chi lo faceva come volontario. Per questo, il ricordo di quel momento di umanità, che si è trasformato in una tragedia, non deve sminuire l’importanza di quell’esperienza. Anzi, deve diventare un momento di speranza e di rinnovato impegno. Questa è la strada da seguire”.

Presente alla commemorazione anche il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, che ha sottolineato l'importanza di mantenere viva la memoria di questa tragedia: “Penso che questa sia un'iniziativa davvero meritoria perché ci spinge a ricordare opportunamente ciò che è avvenuto in quel giorno di settembre di tanti anni fa. Si tratta di un evento indimenticabile per molti, ma che, come tutti gli eventi, con il passare del tempo rischia di finire nel dimenticatoio, se non si fa uno sforzo per coltivare la memoria. Ricordo di aver vissuto quei momenti a Firenze, con il susseguirsi di notizie terribili. Ciascuno di noi aveva un amico o un parente coinvolto”.

E aggiunge: “Conoscevo benissimo quella zona, che si trovava a poche centinaia di metri da quella che è da sempre la mia casa estiva. Ricordo come il flusso di notizie lasciasse tutti sgomenti. Credo, quindi, che ricordare oggi quell'evento, anche in modo diverso rispetto agli anni passati, sia molto importante. Ci permette di riflettere su quanto sia necessario continuare a fare sforzi affinché tragedie simili non si ripetano. Potrebbe sembrare una formula retorica, - conclude il sindaco - ma non lo è se la si collega alla cura del territorio, che per troppi anni è mancata e ha spesso permesso a eventi climatici imprevisti di trasformarsi in tragedie. Questo è purtroppo un tema di grandissima attualità, non solo a livello nazionale, ma sicuramente anche in Calabria. Per questo siamo qui, non solo col cuore, ma anche con la responsabilità di chi amministra un territorio”.

“Stamattina, insieme all'Unitalsi, anche nella città di Soverato è stato ricordato quel drammatico momento di 24 anni fa, il 10 settembre, per commemorare le 13 vittime che purtroppo persero la vita in un campeggio che forse non avrebbe dovuto trovarsi in quella zona. È stata un'azione meritoria quella svolta dall'Unitalsi, che si è impegnata in un campo estivo di volontariato, e questa ferita è ancora aperta nella comunità di Soverato. Si tratta di una tragedia indescrivibile” ha aggiunto il sindaco di Soverato Daniele Vacca.

“Credo che da questa tragedia - prosegue Vacca - si debba trarre un monito, un invito a difendere l'ambiente e ad intervenire in modo puntuale contro i danni provocati dal dissesto idrogeologico. Questa sera, con la fiaccolata, oltre a ricordare le vittime, dobbiamo sottolineare l'importanza di un'azione concreta per la difesa del territorio”.

La conclusione della fiaccolata è avvenuta in Piazza del Rosario, dove l'arcivescovo Maniago ha tenuto un discorso conclusivo, ricordando l'importanza del raccoglimento e della preghiera in una giornata così dolorosa.

Per concludere la serata un altro momento di grande impatto emotivo: l'esecuzione musicale di Anna Guerra da un balcone di Palazzo Conidi. Infine, tredici palloncini bianchi si sono sollevati dolcemente nel cielo notturno, lenti e silenziosi, come tredici preghiere, tredici pensieri che salivano verso il cielo per raggiungere chi non è più tra noi. Ognuno di quei palloncini portava con sé il peso di un ricordo, il dolore di una perdita, ma anche la promessa di non lasciar cadere nell’oblio il ricordo di quelle vite spezzate.

La fiaccolata non è stata solo un momento di commemorazione, ma un atto d’amore e di resilienza: l'intera comunità di Catanzaro si è stretta in un silenzioso abbraccio, dimostrando che il tempo non cancella il dolore, ma può trasformarlo in luce, in forza, in memoria viva. I nomi di quei tredici non saranno mai dimenticati, perché ogni anno, sotto le stelle di una notte di settembre, la città si riunirà per accendere una fiamma che non si spegnerà mai.

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