di RITA TULELLI
Si era fidata. Aveva lasciato sua figlia nelle mani degli adulti presenti, serena nell’idea che la piccola fosse al sicuro, circondata dai coetanei e pronta a vivere uno dei momenti più attesi dell’infanzia: la sua festa di compleanno.
Un compleanno che, però, non è mai cominciato. Al suo ritorno, quella madre non ha trovato risate, regali o canzoncine intonate a mezza voce. Ha trovato il silenzio. E, in mezzo a quel vuoto, una bambina sola, rimasta ad aspettare. Nessuna torta tagliata, nessuna candela soffiata, nessun amico che si fosse fermato davvero. Per quella piccola, la festa non è mai esistita. Il dolore della madre è stato straziante: “Mi sono sentita la peggior mamma del mondo” ha confidato, come se una mancanza di previsione potesse giustificare l’ingiustificabile. Ma la verità è che nessun genitore può controllare ogni gesto, ogni attenzione, ogni cuore. Dietro questa storia non c’è solo la tristezza di una bambina che non ha potuto vivere un momento speciale. C’è un richiamo potente alla nostra responsabilità collettiva. Perché crescere un bambino non significa soltanto garantirgli cibo e sicurezza: significa educarlo alla gentilezza, all’empatia, alla capacità di esserci davvero per gli altri. Significa insegnare che la presenza non è un dettaglio, ma un dono. Un compleanno dimenticato può sembrare un piccolo episodio nella vastità del mondo. Ma per un bambino, quel vuoto può pesare come una montagna. È un segnale che ci ricorda quanto siano fragili i sogni dei più piccoli, e quanto poco basti per spezzarli o per renderli indimenticabili in senso opposto. Forse, la riflessione più importante è che ognuno di noi ha il potere di fare la differenza nella vita di un bambino. Con un sorriso, con un gesto sincero, con la capacità di non sottovalutare mai il valore di un momento. Perché la vera festa non è fatta di palloncini o regali costosi. È fatta di mani che si stringono, di voci che si uniscono, di cuori che sanno accogliere. E se questa storia ci lascia un nodo in gola, allora ci invita anche a una promessa: non permettere mai che un bambino resti ad aspettare da solo la sua festa.
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